Il futuro delle supersportive: moto di media cilindrata col turbo

Dopo la rivoluzione delle mitiche moto anni ’90 come la Ducati 916 o la prima Yamaha R1, in questo periodo stiamo attraversando un’altra ondata di evoluzioni tecniche grazie all’avvento dell’elettronica, che comincia ad essere importante almeno quanto il motore nel segmento che racconta meglio di tutti il progresso tecnologico, quello delle sportive. Rivoluzione è un termine che, nel linguaggio della fisica, assume un significato ciclico, di ritorno all’origine. In questo caso, l’origine è la normalità.

E così, ciclicamente, da un’anno all’altro si assiste ad un salto generazionale. Quando arriveremo ad un processo di saturazione per cui sarà difficile stravolgere ancora le moto affinando l’elettronica, allora si guarderà altrove per alzare l’asticella. E, probabilmente, la risposta la si troverà nei motori a turbocompressione, che finalmente potranno essere sfruttati in combinazione con le giuste briglie elettroniche.

Forse è per questo che Kawasaki ha presentato le sorelle più futuristiche del panorama, che sorvolando sui gusti personali di ognuno hanno lasciato il solco. Ninja H2 ed H2R non rappresentano solo una prova di forza verso le altre case, qualcosa di simile allo sbarco lunare degli americani, ma un chiaro segnale che illumina la strada futura. Qualcuno potrebbe dire che l’elettrico è il vero punto di arrivo, ma il motociclista è troppo emozionale per lasciarsi convincere fino in fondo da qualcosa di pulito e silenzioso.

Già in rete si possono trovare diverse bozze che mostrano come le case, soprattutto giapponesi, stiano depositando i brevetti per motori compressi. Ecco quindi che lentamente prende forma una nuova idea di moto, più leggera e potente di una mille ma con cubatura vicina ai 600cc. Non è escluso, visto i costi che potrebbe comportare la manutenzione delle turbine, che il sistema verrà adottato prima nei campionati come MotoGP e Superbike per approdare in seguito sulle moto di serie, una volta riusciti a lavorare sul contenimento dei costi.

Diversamente dalle case europee, che grazie a volumi ridotti riescono ad adattarsi velocemente al mercato, i costruttori giapponesi hanno bisogno di progetti solidi da sviluppare nel tempo e se abbiamo indovinato saranno già al lavoro per stupire i rivali. Tuttavia, parlare di novità tangibili su questo fronte già da EICMA 2015 è un po’ affrettato, bisognerà aspettare almeno qualche anno.

Fermare il progresso ovviamente sarebbe contro natura, perlomeno quella umana, la quale però ha i suoi limiti ben definiti: mentre non abbiamo nessun dubbio che gli uomini possano progettare una moto da 500CV che sfiora i 400Km/h, abbiamo serie perplessità su chi potrebbe riuscire a guidarla nonostante ABS, TC, Anti Wheeling, Launch Control e Cruise Control. Magari ci vorrà lo stop control, un comando elettronico per fermarsi.

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