Slitta di un anno l’entrata in vigore dei divieti per moto e scooter inquinanti nelle zone a traffico limitato Area B e Area C di Milano, inizialmente prevista per ottobre 2025. Lo ha annunciato il sindaco Giuseppe Sala, giustificando la decisione con la necessità di permettere un’adeguata transizione a oltre 90.000 motociclisti interessati dalle nuove regole. La proroga, però, non rappresenta un passo indietro, bensì una misura temporanea in linea con le recenti scelte della Regione Lombardia, che ha anch’essa rimandato al 2026 l’introduzione dei blocchi per i diesel Euro 5.
La pressione esercitata da associazioni, cittadini e attivisti ha avuto un peso determinante. Le raccolte firme e le proposte di referendum abrogativi hanno contribuito a riportare l’attenzione sulla questione, spingendo Palazzo Marino a prendere tempo. Nonostante ciò, il Comune mantiene ferme le proprie intenzioni sul piano ambientale.
Nel corso dell’annuncio, il primo cittadino ha sottolineato che l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale dei veicoli resta invariato, e che il rinvio sarà utile per garantire una transizione più graduale, con particolare attenzione alle fasce di popolazione più esposte. Lo strumento cardine per attuare questa fase sarà il MoVe-In, il sistema che consente deroghe chilometriche annuali ai veicoli più inquinanti.
Non si esclude, tuttavia, che il tema possa tornare al centro del dibattito politico, soprattutto in vista delle elezioni comunali del 2027. Il quadro normativo potrebbe quindi subire ulteriori modifiche nei prossimi mesi, anche se al momento la nuova data del 1° ottobre 2026 resta confermata.
Ad oggi, l’Area B e C di Milano, attiva nei giorni feriali dalle 7:30 alle 19:30, rappresenta la più vasta ZTL italiana, estendendosi su circa 130 chilometri quadrati. Attualmente, è vietato l’accesso ai motocicli a due tempi Euro 0 e Euro 1, mentre i futuri blocchi coinvolgeranno gradualmente anche gli Euro 2, 3 e 4, in particolare a quattro tempi.
I varchi sono sorvegliati da telecamere, e chi viola le restrizioni rischia sanzioni che vanno da 163 a 658 euro, con l’aggiunta di punti decurtati dalla patente. Una misura che mira a disincentivare l’uso di mezzi obsoleti e ad alto impatto ambientale.
Il Comune ha giustificato i provvedimenti attraverso studi come la TRUE Initiative di Parigi (2018), che dimostrano come i motocicli Euro 4 possano produrre quantità di NOx e CO paragonabili o superiori a quelle delle auto Euro 2 o 3, e in certi casi anche a SUV Euro 6. Tuttavia, secondo i dati di ARPA Lombardia (Inemar 2021), il contributo complessivo di moto e scooter alle emissioni inquinanti è relativamente contenuto: si parla del 7,5% delle emissioni di COV, del 2,6% di PM10 e dello 0,5% di NOx sul totale cittadino.
Questo scarto tra percezione e realtà ha alimentato il dibattito, con diverse associazioni che accusano il Comune di adottare provvedimenti dal valore ambientale marginale e dall’impatto politico significativo, come già avvenuto per la recente contestata ZTL nel Quadrilatero della moda.