Yamaha

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Yamaha, inizialmente realizzava motori complessi totalmente a mano, per poi diventare un marchio storico

STORIA DEL BRAND

Fondata nel 1897 come azienda costruttrice di organi a canne e pianoforti, la Yamaha Corporation intraprende, nel 1955, la diversificazione della produzione inserendosi nel settore motociclistico e marine. Da questo scorporo nasce una divisione autonoma ed indipendente – la Yamaha Motor Co. – con sede ad Iwata. Lo storico logo tondo, nero e con i tre diapason, viene modificato nello stile ma non nel concetto: il carattere cambia leggermente, il colore dominante diventa il rosso ed i diapason crescono di dimensioni ed acquisiscono tridimensionalità, pur mantenendo il significato storico di “melodia, armonia e ritmo”.

CARATTERISTICHE DISTINTIVE

Torakasu Yamaha era un orologiaio appassionato di meccanica nonché riparatore di marchingegni di ogni tipo; le sue richiestissime competenze lo portarono a riparare un organo presso una scuola di Hamamatsu. La complessità risiedeva nel fatto che lo strumento era stato realizzato a mano e non esisteva alcun pezzo di ricambio. Dopo averlo smontato, Yamaha ricostruì le parti danneggiate dando nuovo lustro al prestigioso organo. Questo piccolo capolavoro gli servì per capire che determinati meccanismi potevano essere progettati in modo più razionale; ideò così i primi due organi della sua vita e a seguito degli apprezzamenti ricevuti, fondò nel 1897 la Nippon Gakki (poi Yamaha Corporation) con lo scopo di costruire organi musicali.

Nel 1955 nasce la Yamaha Motor Co. inserendosi relativamente tardi in un mercato dove oltre 150 produttori stavano combattendo una lotta alla sopravvivenza. Molte realtà nascevano mentre altre, già avviate, versavano in situazioni economiche difficoltose: ne sopravvissero pochissime e tra queste, ci fu proprio Yamaha che gettò le fondamenta per la costituzione di un’azienda solida quale è tutt’oggi.

L’era motociclistica inizia quando Genichi Kawakami – allora presidente della Nippon Gakki – decide di utilizzare alcuni macchinari per la produzione di motori aeronautici, quali strumenti per lo sviluppo della prima motocicletta a fregiarsi dei tre diapason. “Aka-tombo” – libellula rossa – era il nickname che portò alla realizzazione della YA-1, la prima Yamaha uscita dallo stabilimento di Haman. Il 10 luglio 1955, alla terza edizione della Monte Fuji Ascent Race ed a solo un mese e mezzo dalla sua commercializzazione, la neonata YA-1 guidata da Teruo Okada ed adeguata dai tecnici di Hamana ai parametri richiesti dalla competizione, si aggiudica la prima vittoria nella classe 125 cc. La stessa moto guadagna anche il terzo, quarto, sesto, ottavo e nono posto, mandando un chiaro messaggio ai competitors: una nuova stella stava nascendo.

Nel 1958 Yamaha partecipò alla prima gara oltreoceano, la ottava edizione della “Catalina Race” in California, la competizione più importante della West Coast. Nel 1961 inizia l’esperienza nel motomondiale con la bicilindrica da 250 cc RD48 e la monocilindrica RA41 di 125 cc; nel 1964 ottiene il primo titolo nella classe 250 con Phil Read e Mike Duff in sella alla RD56. Nel 1972 arriva il primo successo di Chas Mortimer nella 500, a seguito del quale i piloti Yamaha ottengo 10 titoli iridati grazie a nomi noti quali Agostini, Roberts, Lawson e Rainey. Nel 2004 e 2005 i titoli sono di Valentino Rossi in sella alla M1; con la vittoria nel motomondiale 2009, Yamaha porta a 38 i titoli costruttori conquistati, scalzando MV Agusta e posizionandosi dietro ad Honda. Il colosso nipponico vanta anche nove titoli costruttori alla Dakar ed altrettanti con i quad.

MODELLI ICONICI

La storia in casa Yamaha Inizia con la YA-1. Presentata al salone di Tokyo del 1969 e prodotta dal 1970 al 73, la Yamaha XS650 o XS-1, fu la prima moto a quattro cilindri del produttore nipponico. Dopo la metà degli anni ’70, arriva l’enduro XT500 che anticipò la XT600Z Tènèrè, nome indissolubilmente legato alla Parigi-Dakar. A cavallo degli anni ’80 vediamo arrivare la V-max 1200 e la RD350 mentre, nel 1984, fa la sua apparizione la RZV500R. Il 1987 è segnato dall’arrivo della sportivissima FZR1000 alla quale fanno seguito diverse evoluzioni. Il 1998 è l’anno della YZF-R1, la supersportiva di riferimento per lo sviluppo delle superbike moderne. Legata alle corse e dalla tiratura limitatissima, la Yamaha R7 (OW-02) rappresentava l’anello di congiunzione tra la strada e la pista. Lo sviluppo Yamaha continua e ci porta in sella a modelli incredibili come le nuove R1 ed R6; il futuro è rappresentato dalla Niken, un progetto che ha preso vita lasciando il mondo senza parole. Yamaha: revs your dreams.

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