MotoGP 2016, Le pagelle del GP Qatar

L’elettronica unica ed il nuovo gommista non hanno potuto fare un granché, i protagonisti della MotoGP si sono da subito fatti largo tra i piloti in griglia. Una gara che, escluse le prime battute di assestamento ed il finale, si è svolta con i protagonisti in posizioni consolidate che si studiavano a vicenda.

Ecco le nostre pagelle per il Gran Premio del Qatar:

Novità gomme/elettronica 5: è cambiato tutto per non cambiare niente, l’abbiamo letto e scritto già molte volte. Ci si aspettava un gruppo più compatto, meno differenze tra le moto dei team satellite e quelle ufficiali, ma niente. Anche i piloti di punta pensavano che nelle prime gare si sarebbero visti altri nomi nelle posizioni che contano, ma così non è stato. Aspettiamo ancora qualche gara, certo, ma sembra che il pacchetto moto / squadra / pilota non possa in nessun caso essere sostituito. Peccato anche per il rendimento gomme, troppo perfetto: non c’è (quasi) stato un cedimento, la morbida ha eguagliato la dura ed i piloti -almeno guardando da fuori- non sembravano cambiare stile ad inizio e fine gara.

1° Jorge Lorenzo – 9,5: Se è campione del mondo in carica, un motivo ci sarà. In molti si aspettavano un Lorenzo in fuga già dal primo giro, invece il maiorchino ha atteso pazientemente per poi prendersi la testa della corsa e mantenerla fino al traguardo. I suoi tempi sono scolpiti col metronomo, eccezion fatta per il record segnato a tre giri dalla conclusione. Una gara alla Lorenzo quindi, che spaventa per la meccanica precisione con cui affronta ogni curva. Bellissima guida, peccato -come spesso accade- per il gesto non proprio adeguato sulla linea del traguardo e nel parc fermé: bocca cucita, d’accordo, ma quando gli viene chiesto a chi fosse rivolto il gesto non lo vuole dire. Rimane però, per tutti, Lorenzo-la-davanti.

2° Andrea Dovizioso – 9: il forlivense della Ducati ha dato il cuore per ottenere dei risultati ed è stato premiato. D’accordo, la pista è favorevole alla Desmosedici ed il Dovi ci si è sempre trovato a suo agio, ma il modo con cui ha tenuto dietro Marquez negli ultimi giri ha detto molto. Se consideriamo il finale di stagione poi, vedere Andrea di nuovo in forma è molto positivo. L’aveva detto durante i test, quando gli chiedevano come mai fosse nelle retrovie della classifica: “la gara è un’altra cosa, stiamo lavorando su quella”. E aveva ragione, tant’è che piloti come Vinales e Redding -velocissimi nei test- sono arrivati rispettivamente sesto e decimo. Dovizioso ha rinnovato la sua squadra, ha un nuovo capo tecnico ed è determinato a giocarsela. Bravissimo.

3° Marc Marquez – 8,5: A giudicare dalle prestazioni del compagno di squadra, pare proprio che Marquez ci abbia messo molto di tasca sua per raggiungere il terzo posto. Di più non poteva fare, anche perché il motore della Ducati era imprendibile sia sul lungo rettilineo che nelle curve più secche. Rimane il fatto che il fenomeno di Cervera, capace di vincere 10 gare di fila ed abbattere ogni record di età, si sia un po’ ridimensionato. Ad ogni modo, il Qatar è sempre stata una pista un po’ difficile per Honda e questo terzo posto è più che positivo per Marc.

Andrea Iannone – 7: un voto di incoraggiamento, perché anche se si è parlato della vernice sul cordolo a noi sembra che Andrea Iannone sia caduto a causa della troppa foga. Ma lo spirito con cui Andrea ha affrontato tutto il weekend fino alla metà di gara in cui ha corso è, senza dubbio, quello dei campioni. Voglio vincere e basta, non sono qui per fare secondo. Domenica per noi era lui il favorito, l’unico capace di fermare Lorenzo in fuga e di replicare gli attacchi al compagno di squadra. Con Iannone la Ducati è di certo da vittoria, se non addirittura da titolo.

4° Valentino Rossi – 7,5: Sempre presente ma mai incisivo Valentino ha corso sempre attaccato ai primi sperando di trovare il modo, ma non è bastato. Il pesarese non ha avuto i vantaggi che si aspettava nel finale dalla scelta delle gomme, e se Iannone non fosse caduto probabilmente avrebbe chiuso in quinta posizione. In ogni caso Valentino c’è -e lotta con noi-, ancora una volta, per il decimo titolo iridato nel motomondiale. Chiunque altro, al suo posto, avrebbe preso un volto un po’più alto…ma è il bello di essere Valentino Rossi.

5° Dani Pedrosa – 5,5: Ha capito piuttosto in fretta che andare a prendere il gruppetto di testa, qui a Doha, non era tra le sue possibilità. Quindi ha amministrato il suo vantaggio su di un Vinales mai pericoloso, ma costante nel seguirlo. Chiude quinto in una pista che gli ha sempre creato parecchi problemi su di una moto non competitiva. Poteva andare peggio, ma anche meglio visto il terzo posto di Marquez

6° Maverick Vinales – 6: Sembrava pronto a giocarsi il podio, scalzando uno dei mostri sacri della MotoGP dalla sua posizione. Invece Top Gun si fa cullare da un Dani Pedrosa sempre troppo lontano e chiude una gara opaca in sesta piazza. In ogni caso, Vinales ha eguagliato il miglior risultato ottenuto nel 2015. Può davvero fare bene, ma come ha ricordato Dovizioso la gara non è mai come la prova.

Direzione Gara – 4: La Direzione perde il consenso ma non il vizio. Dopo i clamorosi errori del 2015 la Direzione Gara continua su di una linea pericolosa, quella dell’assenteismo: mancano quattro giri al termine quando Morbidelli e Cortese (Moto2) vengono messi sotto la lente d’ingrandimento a causa del Jump Start -evidente- che gli ha visti partire in anticipo. i 20 secondi di penalità forse sono un po’eccessivi, ma non devono arrivare a fine gara. Immaginate se Luthi fosse caduto lottando per la vittoria.

Giovani Leoni, 10: bellissima gara della Moto3, con una vittoria da togliere il fiato di Niccolò Antonelli ed un terzo posto di Francesco “Pecco” Bagnaia. Romano Fenati -poleman in Qatar-, Enea Bastianini e Nicolò Bulega chiudono rispettivamente quarto, quinto e sesto. Gran lavoro della VR46 Academy e dei team della Moto3, che stanno forgiando dei piloti competitivi capaci di lottare per il mondiale e di spezzare l’egemonia spagnola degli ultimi diec’anni salvo eccezioni.

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