MotoGP 2016: Le pagelle di Austin, Texas

Le Pagelle di Austin 2016

la MotoGP 2016 torna da Austin con numerose conferme. La prima, innegabile verità, è che Marc Marquez è pressoché imbattibile su questo tracciato. La seconda è che chi sbaglia paga, con la scivolata di Rossi che ricorda il triste epilogo di Iannone in Qatar. La terza conferma è che per ottenere dei risultati non basta partire forte, lottare con i primi e guardare avanti, ci vuole tanta fortuna o, almeno, meno sfortuna di Dovizioso.

Ecco le pagelle della MotoGP 2016 ad Austin, Texas.

1° Marc Marquez, 10 e lode: è rimasto davanti a tutti in (quasi) ogni sessione di prova, conducendo un weekend di gara in stile Lorenzo Martillo. Anche la corsa, per lui, non fa differenza. Dopo i primi giri in cui i rivali cercano di resistergli, Marquez si mette davanti e scappa. Record del circuito all’undicesimo passaggio. La maniera in cui fa girare la sua Honda sul COTA non ha eguali, riesce a percorrere meno metri degli altri e ad imporre il suo ritmo. Austin 2016 per Marquez significa la quarta vittoria consecutiva dopo la quarta pole che -indovinate un po’- è sul calendario MotoGP da quattro anni. Marziano.

2° Jorge Lorenzo, 8 1/2: Sapeva bene che Marquez avrebbe fatto il miraggio in gara, ma dopo un’ottima qualifica si era convinto di poter lottare per la vittoria. Il secondo posto però vale quanto il primo, specie dopo la caduta di Rio Hondo e lo zero del compagno di squadra. Lorenzo ricorda con piacere le quattro vittorie di fila in Europa e vuole replicare. Oltretutto, le dichiarazioni pesanti sul compagno di squadra “mi copia, non solo le mappature ma anche i rapporti in curva” sono solo l’ennesima conferma del suo passaggio alla Ducati.

3° Andrea Iannone, 8: ha fatto quello che doveva, tenendosi la penalizzazione -7° in griglia- ed andando forte senza rischiare troppo. La gara ha dimostrato che Iannone è meno imprudente di quello che sembra: Valentino Rossi scivola come lui in Qatar, così si comincia a capire che le Michelin non ammettono sbagli. Pedrosa perde il controllo in staccata per poi colpire Dovizioso, dimostrando che quando succede qualcosa di simile non c’è dolo. Insomma, la ruota gira per tutti. E se lui non ha chiesto scusa come ha fatto Dani -bel gesto dello spagnolo- non è un dramma. In MotoGP gli amici ti guardano dalla televisione e non dal casco, inutile pensare il contrario.

46-valentino-rossi-itaslack-for-ios-upload-2-.gallery_full_top_fullscreenValentino Rossi, 4: Dopo l’ottima qualifica si prospettava una lotta per il podio con il compagno di squadra, se non qualcosa in più in caso Marquez non fosse riuscito a fuggire. Valentino però brucia la frizione a semaforo spento, perdendo poi metri importanti in uscita di curva. Per rientrare in bagarre forza leggermente sull’acceleratore, a centro curva, e scivola senza possibilità di rimediare. Nemmeno la sua enorme esperienza l’ha aiutato, ma Rossi ha capito bene che mai come quest’anno il titolo sarà di chi cade meno.

Dani Pedrosa, 4: Dopo un weekend in salita, Dani sembrava aver trovato un’alchimia soddisfacente per la gara. Guida un po’ impiccato, ma fino alla caduta sembra potersi giocare il terzo gradino del podio. L’errore che porta fuori Dovizioso è palese: il forlivense va lungo tentando di prendere qualche metro a Lorenzo, Dani non accorgendosi prova a replicare la staccata ma la sua Honda non glielo permette diventando incontrollabile. Un altro zero per Dovizioso, e Pedrosa corre da lui a scusarsi. Bravo, davvero, ma non bisogna fare l’errore di paragonare lo scontro a quello di Iannone.

Andrea Dovizioso, 8: Questa volta è Pedrosa a buttarlo a terra, ma il Dovi può giocare un ruolo da protagonista sia in gara che in ottica mondiale. La riconferma in Europa, tallone d’Achille della Ducati nel 2015, è ormai poco più che una formalità. Dovizioso, sempre analitico, ci tiene a puntualizzare: “non sempre le prove rispecchiano il potenziale dei piloti. Vedete chi va fortissimo in prova e poi in gara scompare e viceversa. La nostra moto lavora bene in ogni pista e l’importante è avere la mentalità giusta per andare forte domenica.” e Dovizioso, chiaramente, ci sta riuscendo.

4° Maverick Vinales, 7: è un po’ il voto che lo spagnolo si è cucito addosso. Bravo, 26-dani-pedrosa-esp-29-andrea-iannone-ita-41-aleix-espargaro-esp-46-valentino-rossi-ita_gp_5362.gallery_full_top_fullscreennon eccezionale ed in crescita. Riconferma ad ogni gara fatta che Lin Jarvis, nel fargli una proposta per sostituirlo a Lorenzo, ha visto bene. Alla Suzuki manca qualcosa, d’accordo, ma anche a lui quando si tratta di gestire l’intera gara. Manca solo un po’ di esperienza, ma anche in questa pista ha regolato il compagno di squadra

5° Aleix Espargarò, 6: è arrivato nei primi cinque, dopo tre cadute davanti ed un weekend piuttosto opaco. È relegato, ormai, a fare da seconda guida a Maverick Vinales.


Cal Crutchlow, 5:
ci prova, ma per la seconda volta di fila lo vediamo rincorrere la sua moto nella ghiaia a fianco di un altro pilota. Cal ci mette sempre il cuore, ma la sua Honda non è particolarmente competitiva e questo lo obbliga a prendere dei rischi

_gp_5334.gallery_full_top_fullscreenAprilia, 6: La Casa di Noale sta facendo passi avanti ed è piaciuta specialmente nelle mani di Stefan Bradl che, dimostrando un buon feeling con la moto, riesce a spingere più che bene.

Michelin, 6/7: La casa francese lavora moltissimo per offrire prestazioni e sicurezza ai piloti. In Texas Marquez è riuscito a correre tutta la gara con l’anteriore morbido, il che è un bene. Vedremo cosa succederà in Europa, dove Michelin porterà certamente degli aggiornamenti importanti. Tutte le cadute che abbiamo visto, però, devono essere ridotte. Non è possibile che a tagliare il traguardo siano la metà dei piloti al via.

Spettacolo, 6: La caduta di Valentino prima e quella di Dovizioso e Pedrosa poi hanno compromesso lo spettacolo. Se poi aggiungiamo che i primi tre avevano un distacco di circa sette secondi l’uno dall’altro, non si può certo dire che sia stata una gara avvincente. Fortunatamente non è stato così per Davide Brivio, che ha visto i suoi piloti battagliare col coltello tra i denti per la quarta piazza.

Romano Fenati, 10: Finalmente, la tanto agognata vittoria è arrivata. Romano deve mostrarsi competitivo, perché il Team Manager della Sky Racing Team VR46 lo ha detto chiaramente: è il momento di vincere. E non intendeva solo una gara. §

 

Il prossimo appuntamento della MotoGP è tra due settimane, il 24 aprile, quando la MotoGP arriverà in Europa per la sfida spagnola a Jerez de la Frontera.

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