BMW 320d Touring – Test Drive

Per quanto riguarda poi lo spazio a bordo, BMW ha voluto regalare un po’ più di “aria” agli occupanti, offrendo una maggiore capacità di carico rispetto al modello precedente. BMW 320d Touring offre ora un volume del bagagliaio di 460 litri che, ribaltando lo schienale posteriore 60:40, raggiunge i 1.385. Ad incrementare la funzionalità a bordo concorrono poi diversi gadget molto utili, tra cui reti ferma carico e lo spazio sotto il piano di carico, disponibile anche come soluzione double face.
Generoso cuore a gasolio Il cuore pulsante di BMW 320d Touring è, come spiega già ampiamente il nome stesso, il quattro cilindri in linea da 1995 cc, in grado di erogare 163 cavalli a 4000 giri. La sportività di questo propulsore viene garantita da un’erogazione di coppia massima di 340 Nm tra i 2000 e i 2750 giri; un valore decisamente interessante vista anche la cubatura.
In termini di prestazioni, tali caratteristiche si traducono in uno 0/100 in soli 8.6” ed una velocità massima di 223 Km/h. Inutile dire quindi che, alla guida, questa BMW 320d Touring risulta molto divertente e performante, garantendo sempre una sostanziosa spinta in grado di far dimenticare cosa stia ad indicare il nome Touring. In fase di accelerazione si sente un po’ il peso della vettura (1505 kg). Il propulsore non è in grado di rispondere prontamente alle pressioni sul pedale, offrendo una spinta decisamente sottotono fino all’entrata in coppia, soglia di vera e propria trasformazione della vettura.
Durante la guida l’assetto rigido tipico delle BMW offre un’ottima percezione del manto stradale e di ogni minima reazione della vettura, diventando un po’ pesante però in caso di strade mal messe o terreni tortuosi. Lo sterzo rigido e diretto garantisce un’ottima risposta alle sollecitazioni del guidatore eliminando totalmente il normale riallineamento delle ruote a fine curva; caratteristica quest’ultima che può risultare molto fastidiosa in caso di andature spedite. Il problema è che il codice stradale non consente di poter sfruttare queste caratteristiche ed ecco che questa durezza dello sterzo, abbinato alle generose coperture, impongono un continuo lavoro di braccia, che col tempo possono diventare un po’ pesanti.