Brexit manderebbe in crisi Mini, Jaguar, Land Rover e le topcar inglesi

Il Quartier Generale di BMW Group guarda con crescente preoccupazione alla Brexit inglese che sembra prendere un brutta piega con l’Irlanda spaccata, la Scozia sempre più nervosa e Gibilterra di nuovo scossa con gli spagnoli che potrebbero riprendersela. Per BMW e la Germania l’Inghilterra non è mai stata una terra semplice e basta ricordare che con la Rover la BMW ha rischiato grosso per gli enormi investimenti non rientrati che hanno costretto il gruppo a vendere Land Rover agli indiani di Tata e chiudere brutalmente la Rover che macinava perdite sempre più consistenti.

Con MINI invece BMW ha avuto solo grandi sorrisi e grande bravura a rilanciarla, commettendo forse l’errore di non esternalizzare mai nessun modello investendo sempre di più nel Regno Unito a differenza di BMW che ha stabilimenti in tutti i Continenti. In caso di Brexit hard, BMW Group si troverebbe quindi con un mercato in crescita ma senza prodotto perchè con i confini chiusi e nessun accordo di interscambio le fabbriche non potrebbero produrre neppure l’attesa MINI elettrica i cui soli motori prodotti in Germania non sarebbero sufficienti a muoverla.

Stessa situazione disperata per Jaguar che si considera British fino al midollo ma questo isolazionismo rischia di mandarla in tilt proprio nel momento di maggior fulgore per il Giaguaro e per la stessa sorella Land Rover. Grande Kasino, direbbe il mitico Niki Lauda ed il caos ed il panico sta salendo pure alla McLaren così come alla Aston Martin controllata ora dall’italiano Carlo Bonomi fino alla Lotus che essendo brand di nicchia hanno meno problemi, ma senza materie prime non esce neppure una bicicletta.

La stessa Jaguar Land Rover aveva allertato il Parlamento sulla pericolosità della Brexit non gestita per il sistema industriale britannico, ma pare che i parlamentari siano più interessati alle faide interne e rivalida che all’interesse del Paese che nel 2019 starebbe forse meglio in Europa che fuori nel caos con un’Irlanda che rischia di diventare la nuova Berlino Est / Ovest del Vecchio Continente.

Per gli italiani, l’unico rischio immediato sono le consegne che potrebbero ritardare, mentre se la situazione peggiorasse oltre alle auto non uscirebbero neppure i ricambi ma le scorte normalmente sono di almeno un anno anche se il just in time sta riducendo tali tempi. Stay tuned è finale ben appropriato!

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