Skoda Octavia SW 4×4: Test Drive

La magia Haldex Dentro, nulla lascia pensare di trovarsi a bordo di una vettura trasformista come l’Octavia 4×4, visto che, oltre al normalissimo cambio (qui manuale a sei marce), non ci sono altri selettori o pulsanti dedicati alla trazione integrale. Tutto è nascosto ai nostri occhi, in particolare la “Haldex”: la trazione sull’asse posteriore adotta questa frizione multidisco a controllo elettronico di seconda generazione, soluzione che trasmette la coppia in frazioni di secondo all’asse posteriore solo in caso di necessità.
Una frizione molto compatta collegata alla scatola del cambio sull’asse posteriore, divisa in più segmenti, con dischi immersi in un bagno d’olio. Man mano che la pressione dell’olio nella scatola aumenta, i dischi si avvicinano con gradualità, trasmettendo in questo modo la coppia all’asse posteriore. L’elettronica rileva e analizza tutte le informazioni necessarie, i giri delle ruote, la posizione del pedale dell’acceleratore, i giri del motore. La parla d’ordine di chi ha concepito questa trasmissione è “rapidità”: basta infatti che la ruota anteriore slitti di appena dieci gradi perché la magica Haldex reagisca e trasmetta la trazione alle ruote posteriori. Il rapporto tra coppia destinata all’asse posteriore e quella riservata al posteriore può variare fino ad un massimo del 50/50.
Con ESP inserito potremmo guidare anche bendati: al minimo accenno di perdita di aderenza, l’Octavia si ricompone signorilmente, anche se è sempre bene ricordare che ci sono limiti fisici oltre i quali neppure l’elettronica può andare. Con ESP disinserito e i consigli degli istruttori ci siamo divertiti in uno spettacolare slalom tra i birilli, sia con fondo innevato che ghiacciato. L’Octavia 4×4 non si è tirata indietro neppure su stradine coperte di neve (e deserte) che invitavano a fare il “pendolo” per centinaia di metri, giocando solo con l’acceleratore (il freno, in questi casi, mai!) e lo sterzo.
Non serve un lago ghiacciato L’Octavia station (che in questa versione 4×4 si chiama Combi) ha tagliato a testa alta il traguardo della seconda generazione, con un totale di 30.263 immatricolazioni dal 1998 ad oggi, per l’anno in corso la previsione di vendita è di 7.500 unità (ben oltre il picco segnato nel 2001 quando uscirono dalle concessionarie 6.184 Octavia), divise tra berlina (30%) e wagon (70%), benzina (10%) e diesel (90%), trazione anteriore (82%) e 4×4 (18%).
E’ quest’ultima proporzione che Skoda vorrebbe variare, puntando sul fatto che questa è una trazione integrale part-time: nella guida di tutti i giorni, su fondo asciutto, si va a trazione anteriore (e i consumi calano), e il 4×4 interviene in modo del tutto automatico solo quando serve. Senza per forza buttarsi su un lago ghiacciato oltre il Circolo Polare Artico, basterà una gita sulla neve alle nostre latitudini per apprezzare la frizione Haldex, o uno sterrato in estate durante una vacanza al mare, per di più confortati dagli spazi e dal bagagliaio che una station può offrire. Sufficiente per scoprire che questa Octavia può portarvi dappertutto, ad un prezzo ben lontano da quello delle grosse SUV di lusso: 23.500 euro per la 1.9 turbodiesel, mille di più per la benzina 2 litri da 150 cavalli. Anche il portafoglio, oltre che l’occhio, vuole la sua parte ed Infomotori.com apprezza da sempre l’ottimo value for money della Skoda.

TUTTO SU Skoda Octavia
Articoli più letti
RUOTE IN RETE