Volkswagen rischia di dover restituire 1,8 miliardi alla banca europea degli investimenti

Non c’è pace per Volkswagen a seguito del Dieselgate: il Gruppo VW entra ora nel mirino dell’Olaf, l’ufficio europeo per la lotta antifrode che nei giorni scorsi ha aperto un’inchiesta per verificare eventuali illeciti in merito alla richiesta di di VW di poter utilizzare i finanziamenti comunitari per Ricerca e Innovazione. In particolare, l’indagine si concentra sulle erogazioni ottenute dalla Bei, la Banca europea per gli investimenti, con gli ispettori che vogliono capire come questi fondi sono stati utilizzati. Se fossero stati usati in progetto relativi alla vicenda dei motori Diesel truccati, ci potrebbero essere gravi conseguenze sia dal punto di vista economico che, soprattutto, penale.

Dato l’ammontare complessivo di fondi ottenuto dalla casa di Wolfsburg – 4,6 miliardi dagli Anni Novanta, 1,8 ancora in essere – ed il numero di auto irregolari, l’Antifrode ha deciso di passare ai fatti e di aprire un’inchiesta. «Parte dei prestiti concessi al gruppo Vw è stata restituita», rileva una fonte europea, che però sottolinea come «il rimborso non faccia venire meno un eventuale comportamento di natura penale». Proprio su questo stanno indagando gli ispettori della Olaf, particolarmente impegnati a capire sia l’ordine temporale degli eventi sia laq possibilità di multare il Gruppo VW.

Ad ogni modo, l’inchiesta richiederà parecchio tempo, anche 12 mesi secondo i meglio informati. L’ennesima mazzata sul colosso tedesco che probabilmente spera che il 2015 vada in archivio quanto prima.

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