MV Agusta Brutale 990R – Long Test Ride

L’avevamo provata la scorsa primavera ed eravamo rimasti decisamente colpiti dalla nuova MV Agusta Brutale 990R. la moto è stata riprogettata per l’85%, anche se agli occhi dei meno attenti può sembrare che non sia cambiata poi così tanto. Il faro “sciolto” nato dalle matite di Tamburini, ad esempio, è rimasto come stilema identificativo di una delle naked più famose al mondo e sicuramente della più esclusiva, ma la sua composizione e la sua funzionalità sono cambiate radicalmente, come dimostrano i due “baffi” di led che partono dal polissoidale centrale. Questo è un po’ il concetto generale della moto: non stravolgere le linee essenziali pur innovando radicalmente nei contenuti.
Così rimane il telaio in traliccio di tubi a contenere il muscoloso motore da 998 cm3 capace di erogare 139 cv a 10.600 giri con una coppia massima di 106 Nm a 8000 giri.
Grandi forcelle Marzocchi all’anteriore e mono Sachs posteriormente costituiscono il reparto sospensioni, mentre i freni vedono delle pinze ad attacco radiale della Brembo su dischi da 310 mm.

Bellissimo il display con contamarce integrato, attraverso il quale si può scegliere quale delle due mappature utilizzare o quale degli 8 livelli di traction control sia il migliore per il tipo di guida che si vuole adottare. Ma la vera prova di questa moto, non consiste tanto nell’elencare le dotazioni o le parti che la compongono, quanto provarla in ogni tipo di circostanza possibile, che sia nel traffico o su una statale deserta, in pista come in autostrada, per vedere se cattiveria e bellezza esagerate a parte, sia anche una moto utilizzabile in ogni circostanza.

Su strada
Avendola già provata in pista, dove sorprendentemente si è comportata come una supersportiva, regalandoci emozioni degne di una carenata, adesso vorremmo provarla nel test più difficile: gli spostamenti urbani d’ogni giorno. Piccola e compatta stupisce subito quando ci si sale in sella per il tanto spazio che offre alle gambe negli scassi del serbatoio, come i meno alti si stupiranno nel constatare che non è poi così bassa come sembra ad una prima occhiata. A motore acceso e in folle non emette quasi rumore, ma inserendo la prima la valvola del silenziatore ne modula il suono facendola rombare in basse tonalità baritonali. Nel traffico cittadino si muove con una grazia ed agilità veramente eccellenti, riesce ad eseguire rapidi cambi di direzione e rimane molto stabile nella percorrenza di curva.

Le cose a cui si devono fare veramente attenzione nel traffico sono la potenza e i freni. Anche se siete abituati a moto molto potenti, infatti, agendo troppo d’impulso sulla leva del gas vi ritroverete senza dubbio con la ruota anteriore alzata, sia in prima, che in seconda, e talvolta anche in terza marcia, quindi è sconsigliatissimo farsi prendere la mano in condizioni di traffico; come sconsigliatissimo è agire sulla leva del freno anteriore con troppa decisione, dal momento che i freni sono molto potenti e vanno sempre modulati con dolcezza, specialmente con fondi stradali non eccellenti. Quando l’avevamo provata avevamo fatto notare ai tecnici della MV che le spie del display erano poco visibili in piena luce e che la leva del freno, anche regolata nella sua massima escursione, poteva toccare le nocche della mano: entrambi i difetti sono stati risolti, la gradazione di fumè del display è ora più leggera e le spie sono sempre perfettamente visibili, mentre la leva del freno non crea più alcun problema. Cambiare mappatura e settare il traction control non sono operazioni facili da eseguire senza il manuale d’uso, ma il loro funzionamento è senza dubbio eccellente, soprattutto per quanto riguarda il traction control che interviene senza essere mai invasivo nella guida.

Una volta lasciato il traffico cittadino portiamo la Brutale per le strade tortuose che caratterizzano il nostro Paese e il divertimento è sempre a portata di mano. Una volta fatta un po’ di confidenza con l’on/off dell’erogazione e con l’escursione della leva del cambio molto accentuata, ci si diverte in tutta sicurezza, inseguendo le curve una dopo l’altra, quasi dimenticandosi che si è su una naked. A posizione eretta del busto viene spontaneo correggerla a favore di una più caricata sugli avambracci, mentre il vento, nonostante il cupolino sia veramente minimale, non interferisce con la guida né crea alcun disagio. Forse, l’unica vera pecca è la guida sul bagnato, data non tanto da problemi di tenuta del grip, per il quale oltretutto basta mettere la mappatura più soft, quanto dal fatto che essendo la moto molto corta può capitare che lo pneumatico posteriore schizzi un po’ la schiena del pilota. Ottima la seduta anche per il passeggero che, se anche fosse scettico nel guardare la porzione di sellino a lui riservata, si ricrederà non appena salirà sulla Brutale e anzi troverà molto comodi gli appigli integrati nella coda che non rovinano la bellissima estetica della moto.

In definitiva la Brutale è una moto perfetta per ogni circostanza, forse non molto per i lunghi viaggi, per quanto siano disponibili delle comode borse laterali, ma rimane sempre e comunque una moto che rispecchia del tutto, nel carattere, il suo nome. È sicuramente perfetta per la scampagnata con gli amici o per il tragitto casa ufficio, ma ogni volta che ci si sale bisogna ricordarsi della sua potenza e della sua prepotenza, se non si vuole strafare o rischiare di andare sempre su una ruota, con tutti i rischi che ne conseguono. Bella e veloce, divertente e capace di regalare emozioni al limite, ma che bisogna sempre guidare con i guanti di velluto ricordandosi che MV Agusta Brutale non è solo un nome, ma uno stile di vita.

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