Yamaha YZF R1 2015: Test Ride in pista con Luca Pedersoli

In questo mestiere bisogna essere oggettivi, raccontare i fatti in maniera cristallina e soprattutto non prendere le parti di niente e nessuno. Si, provateci voi dopo che vi hanno presentato un mostro da 200CV e 112Nm di coppia, su 199Kg di peso in ordine di marcia. Arriviamo al Circuito di Franciacorta e la Yamaha R1 è lì, con la batteria ancora da collegare e gli specchi che integrano gli indicatori di direzione abbassati per il trasporto.

La sensazione che primeggia tra noi è una sorta di timore reverenziale: ci avviciniamo e comincia lo studio che, se applicato ad una materia scolastica qualche anno fa, avrebbe di certo messo in crisi il docente. È chiaro che il modello corrente è del tutto diverso rispetto alla versione 2014. A rimanere invariati sono il nome ed il motore a scoppi irregolari Crossplane, adottato da Yamaha dal 2004 per la MotoGP.

Già, perché qui si parla anche di classe regina, il design della moto punta a ricordarcelo con il muso dai fari nascosti ed un codone forato estremamente racing. Saliamo in sella ed i 199Kg di cui parlavamo si dimostrano estremamente compatti, rendendo le masse della nuova R1 simili a quelli della sorellina minore R6. I cerchi in magnesio, di serie, aiutano a conferire leggerezza alla moto, mentre il serbatoio (da 17 litri) squadrato si fa abbracciare con facilità. Una moto per la pista quindi, con la quale si può anche andare in strada.

Le mappature, completamente regolabili a piacere del pilota, sono quattro. Ma il vero lavoro dei tecnici giapponesi lo si intuisce girando la chiave, mentre si accende il display della strumentazione. I controlli infatti permettono talmente tante opzioni che Yamaha ha creato un sito web dedicato, dove si può giocare con i vari settaggi.

Il cervello elettronico (che trasmette dati alla centralina) è la piattaforma inerziale IMU a sei assi, per rilevare anche il controllo dell’imbardata e gestire le perdite di aderenza. Il Traction Control è impostabile su 9 livelli d’intervento e poi troviamo Quick Shift, controllo dell’impennata, ABS Race e Launch Control. Una moto completa dal carattere forte, che si dimostra estremamente performante per i professionisti e si lascia guidare dagli amatori. Certo, i risultati non saranno mai gli stessi perché alla fine rimane sempre il pilota che conta, ma con questa nuova Yamaha R1 ci si può divertire molto pur non essendo dei puri pistaioli.

 

Anche la ciclistica ha compiuto un passo avanti, infatti oltre ai cerchi anche il telaio Deltabox è in magnesio, mentre l’interasse è stato accorciato a 1.405mm per dare maggior maneggevolezza. Le forcelle sono KYB da 43 mm a steli rovesciati ed ovviamente regolabili, ma non sono semi attive come sulla R1M che, in soli 500 esemplari, è andata quasi del tutto venduta. La frenata è sempre a punto, grazie al doppio disco da 320mm all’anteriore ed il singolo da 220mm, con l’ABS calibrato anche in piega. Con questa nuova R1 si può andare davvero forte e, come se non bastasse, in strada si comporta bene senza rendere la guida esasperata.

Le colorazioni disponibili sono Race Blu e Racing Red, mentre il prezzo è di 18.490€ f. c.

Gustatevi il video di Luca Pedersoli, che ci ha fatto i primi test ed usa queste moto per la sua Riding School (che compie 10 anni) a Franciacorta.  
 

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