L’omicidio stradale diventa legge: facciamo chiarezza

Se ne è discusso a lungo e ora siamo finalmente giunti alla approvazione della legge che passa sotto il nome di “omicidio stradale“. In attesa che venga pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale vediamo quali sono le novità sostanziali introdotte in merito e proviamo a valutare anche le critiche e i commenti che hanno accompagnato il varo di questa tanto attesa legge. Come è facile intuire il “punto di partenza” per cui si è deciso di approvre questa legge sono i numerosi incidenti, spesso mortali, causati da quanti guidano in stato di ebrezza o sotto l’influenza di stupefacenti. La legge ha infatti inasprito duramente le pene riguardanti proprio le persone che causano incidenti pur avendo fatto uso di alcool o droghe.

Cominciamo con smentire una obiezione che (purtroppo) circola in rete anche con l’avallo di siti che si occupano di giurisprudenza: nulla cambia per quanti causano incidenti per disattenzione o altro ma sono perfettamente lucidi. Il reato di omicidio colposo, con pene dai due ai sette anni, resta infatti tale e quale… quindi, per capirci, se passate con il rosso e malauguratamente causate un incidente mortale siete già oggi perseguibili e lo sarete una volta entrata in vigore definitivamente la nuova legge. E qui la seconda critica: esistono già gli strumenti per colpire i colpevoli. Vero, ma molto è lasciato alla discrezione del giudice, così tra sconti per rito abbreviato e altro spesso i colpevoli hanno avuto pene inferiori ai due anni e, quindi, non hanno trascorso un giorno in carcere. Anzi, spesso hanno ricominciato a guidare poco dopo aumentando il dolore e la frustrazione di quanti hanno avuto parenti e amici vittime di pirati della strada. La nuova norma specifica che viene “punito con la reclusione da 8 a 12 anni l’omicidio stradale colposo commesso da conducenti un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica grave (tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro) o di alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope”.

Quindi, in sintesi estrema, la legge sull’omicidio stradale non “aggiunge” un reato (resta sempre omicidio colposo) ma fissa regole e pene molto più rigide nel caso l’incidente venga causato da persone che si sono messe alla guida non avendone piena capacità. Allo stesso modo nella legge si elencano le aggravanti, come commettere atti di imprudenza, avere la patente sospesa o non avere il mezzo assicurato o ancora se si fugge dopo aver provocato l’incidente. Allo stesso modo la pena può essere anche dimezzata nel caso la colpa non sia da imputare esclusivamente a chi commette l’imprudenza.

La legge introduce poi nel codice penale (art. 590-bis) il reato di lesioni personali stradali, le cui diverse fattispecie appaiono quasi del tutto speculari a quelle dell’omicidio stradale. In particolare è confermato il reato di lesione personale grave e gravissima con violazione delle norme sulla circolazione stradale, sanzionato come oggi ma con l’eliminazione della possibilità di applicare in via alternativa la multa.

Altre importanti modifiche riguardano il codice della strada: alla condanna per i reati di omicidio o lesioni personali stradali consegue la revoca della patente di guida. Per le ipotesi più gravi non si potrà conseguire una nuova patente di guida prima di 15 anni dalla revoca ma questo periodo può essere elevato a venti o trent’anni nel caso in cui l’interessato si sia dato alla fuga. Nel caso di revoca della patente per i reati di omicidio stradale (ipotesi meno grave) e di lesioni personali stradali gravi e gravissime, l’interessato non può conseguire una nuova patente di guida prima di 5 anni dalla revoca.

Insomma, la nuova legge aumenta considerevolmente le pene e definisce meglio i casi in cui queste devono essere applicate e ci sembra certamente una cosa importante e doverosa. Resta il dubbio sulla effettiva capacità di fungere da deterrente… chi non è in grado di capire che sta guidando una vettura senza averne le capacità avrà la consapevolezza di andare incontro a pene molto severe? Qualche dubbio sinceramente lo abbiamo, ma almeno un primo passo è fatto. Ora ci piacerebbe vedere un intenso lavoro di preparazione, soprattutto dei giovani, con un ampio e approfondito lavoro di educazione al rispetto di sé e degli altri.

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