Pininfarina Nido

Pininfarina Nido. La risposta italiana alla Smart arriva, purtroppo, con sei anni di ritardo. Tanto è il lasso di tempo che separa l’arrivo sul mercato dell’originale e pratica vetturetta tedesca dalla presentazione del prototipo, battezzato Nido, curato dalla Pininfarina.
Desing “Smartizzato” ma che tecnologia!
Dovendo lavorare in spazi più ristretti, ampiamente sotto i tre metri di lunghezza, il lavoro dei designer è piuttosto sacrificato, e l’originalità

della linea ne risente; evidentemente consci di questo alla Pininfarina hanno preferito concentrare i loro sforzi reinterpretando il percorso di progettazione della vettura per renderlo funzionale ai più elevati standard di sicurezza. Ecco che, se dal lato design la Nido strizza l’occhiolino alla Smart, da quello della progettazione e degli standard di sicurezza risulta essere tutt’altro.
Come in un…”nido”
La rivoluzione “copernicana” applicata alla progettazione della Nido si può sintetizzare in questo modo: normalmente gli occupanti della vettura, in caso di crash tests frontali, vengono protetti assicurando loro un adeguato spazio vitale, ottenuto mediante lo studio della deformazione programmata della cellula della abitacolo, col trasferimento di una parte dell’energia d’impatto verso la zona posteriore e grazie anche a sistemi di ritenuta, vale a dire airbags e cinture di sicurezza pretensionate. Nelle vetture di dimensioni così compatte applicare tali dettami risulta decisamente più arduo, dato che l’esiguita degli spazi non consente deformazioni ottimali della struttura, con la conseguenza che, in caso di struttura particolarmente rigida, una considerevole quantità di energia d’impatto venga trasferita sugli occupanti, con ovvie conseguenze negative.
Tre elementi principali
In Pininfarina quindi, anzichè rapportare le prestazioni di sicurezza in base alla massa della vettura, hanno preferito progettare la Nido in tre elementi principali: un telaio di massa pari a due terzi dell’intera vettura che supporta tutti gli elementi del veicolo (sospensioni, motore, ecc) con parte anteriore deformabile ed una cellula rigida per gli occupanti; un guscio per i passeggeri, di massa pari ad un terzo del totale, montata su una slitta in grado di scorrere orizzontalmente all’interno della cellula; cellula e slitta sono collegate attrevarso assorbitori con fuunzione di dissipatori di energia.
Ottimo comportamento in caso di impatto
Ma la Nido come si comporta in caso d’impatto frontale? Sfruttando la pluriennale esperienza della Pininfarina in ambito di studi sulla sicurezza sono state approntate simulazioni con modelli virtuali che hanno permesso di definire il miglior comportamento della vettura in caso d’urto: parte dell’energia dell’urto viene assorbita dalla struttura deformabile anteriore, costituita da due puntoni in lamiera con assorbitori interni dotati di una particolare schiuma e che vanno a distribuire gli effetti sul tunne centrale e sui longheroni laterali. L’ulteriore energia, dovuta alla massa della slitta e degli occupanti crea lo spostamento della slitta in direzione dell’urto, andando a comprimere i due assorbitori sistemati tra slitta e guscio, nella zona antistante la plancia, in modo molto graduale e controllato. Quindi si ottengono valori di decelerazione differenziati per la slitta (più bassi) e per la cellula (più alti).
Interni funzionali
Anche l’interno è funzionale alla sicurezza degli occupanti: le porte, dotate di speciali cerniere in alluminio, sono sovradimensionate per facilitare l’uscita dopo l’urto; i pannelli interni sono privi di sporgenze fonti di potenziali pericoli; la stessa plancia, oltre ad ospitare il gruppo strumenti, essendo parte integrante della struttura della slitta funge da assorbitore di energia, grazie anche ai suoi elementi accessori (riscaldatori, tubi dell’aria) che ne costituiscono parte integrante. Essendo dotata di sistemi “by wire” ovvero senza collegamento meccanico diretto relativamente a sterzo e freni, gli elementi classici, come la colonna dello sterzo, che avrebbero richiesto una progettazione ad hoc per la sicurezza, sono stati eliminati.
In attesa di uno studio di fattibilità…
La Nido potrebbe non essere un prototipo fine a se stesso: in attesa degli studi di fattibilità (si parla di un volume produttivo di 20.000 unità all’anno per almeno cinque anni di produzione), alcuni suoi particolari sono già stati definiti. La struttura della vettura è in acciaio inox, materiale che garantisce particolari capacità di assorbimento di energia in caso di urto e di resistenza alle deformazioni; inoltre, essendo esente da fenomeni di corrosione, l’inox non richiede trattamenti particolari a questo scopo. Come già avviene per la Smart, le pannellerie esterne ed interne sono di materiale plastico, che consente di risparmiare sulla vernicitura e sui costi di ripristino.
Ottimi presupposti
Possiamo sperare in una alternativa italiana alla Smart? Stile, innovazione e tecnologia: i presupposti ci sono tutti!

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