Sergio Marchionne: senza regole stop a investimenti in Italia, Alfa Romeo in primis!

Senza regole chiare, il Gruppo Fiat non è più disposto ad investire in Italia. A confermarlo è l’AD del Lingotto, Sergio Marchionne, nel corso della cerimonia allo stabilimento Sevel di Atessa. Lo stesso Marchionne nell’occasione ha non solo ricordato come Fiat abbia investito 23,5 miliardi di euro dal 2004 al 2012 contro i 742 milioni di agevolazioni ricevuti, ma ha anche aperto ad un incontro con Fiom, affermando però che “gli accordi non si toccano perchè di soli diritti si muore“. E se intanto a Torino l’assemblea degli azionisti di Fiat Industrial ha approvato la fusione con Cnh Global con il 97,83% dei voti favorevoli, Marchionne ha voluto precisare che “prima di avviare qualunque altra iniziativa in Italia, abbiamo bisogno di poter contare sulla certezza di gestione e su un quadro normativo chiaro ed affidabile“.

L’AD del Gruppo Fiat è stato poi interpellato in merito al futuro di Alfa Romeo ed ha aperto seppur velatamente ad uno scenario inimmaginabile fino a pochi anni fa, che potrebbe però non essere poi così distante dalla realtà, nel caso venissero a mancare certe condizioni. Marchionne ha infatti dichiarato: “Il rilancio di Alfa Romeo continuerà certamente, ma l’Italia deve decidere se questo avrà luogo nel contesto attuale del Paese, dato che Fiat e Chrysler hanno varie alternative“. Il marchio del Biscione nei prossimi due anni sarà infatti al centro delle attenzioni, con l’ormai prossima uscita sul mercato dell’Alfa Romeo 4C, la produzione della Giulia (avverrà negli USA e sarà disponibile sia in versione berlina che sport wagon), l’arrivo della Spider realizzata in collaborazione con Mazda, il SUV ed infine l’erede dell’Alfa Romeo 166.

Quest’ultima verrà o dovrebbe essere (visto i continui colpi di scena) prodotta in Italia (a Grugliasco nell’ex stabilimento Bertone) e sarà un’auto a trazione posteriore che andrà probabilmente ad utilizzare il pianale della nuova Maserati Ghibli. Non resta dunque che attendere gli sviluppi della questione ed eventuali nuove dichiarazioni del manager italo-canadese confidando che l’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili continui a produrre in Italia e magari pure in Lombradia, ma qui entra in campo la politica che non sembra molto sensibile allo sviluppo industriale italiano se la stessa Presidente della Camera preferisce incontrare la Fiomm piuttosto che inaugurare uno stabilimento modello che ha richiesto oltre 700 milioni di euro. 

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