Ford EcoBoost e i motori tre cilindri: una nuova tendenza

Ford ha annunciato una nuova rivoluzionaria versione del motore EcoBoost 1.0 a cilindrata variabile: è la prima applicazione al mondo di disattivazione di cilindri su un motore a 3 cilindri.

L’applicazione, nel 2018, potrà disattivare e riattivare la combustione in uno dei tre cilindri in soli 14 millisecondi, ovvero 1,4 centesimi di secondo, consentendo, secondo Ford, di ridurre le emissioni di CO2 e incrementare l’efficienza del 6%, lasciando inalterate prestazioni e comfort. Questa tecnologia riduce i consumi interrompendo l’afflusso di benzina e il movimento delle valvole, ed entra in azione solo nelle condizioni di guida in cui non è richiesto un immediato incremento di potenza, come nel caso delle andature a velocità di crociera e le accelerazioni graduali.

Quella del motore a tre cilindri è una tendenza esplosa negli ultimi cinque o sei anni e, Mercedes a parte, ha coinvolto praticamente tutti i grandi costruttori. In realtà la motivazione che ha spinto verso questo frazionamento meccanicamente “innaturale” è “forzatamente” ecologica. Infatti, entro il 2020, l’UE impone un limite medio di emissione di CO2 di 95 g/Km calcolato sull’intera gamma di ogni singolo costruttore. Così, per evitare pesanti sanzioni, le Case con modelli prevalentemente di classe media, o premium, sono state costrette ad introdurre qualche motore di ridotta cilindrata a bassa emissione (oppure ibrido o elettrico).

In genere, il difetto maggiore del frazionamento a tre cilindri sta nelle vibrazioni generate dall’intuibile squilibrio di funzionamento. Le vibrazioni si possono contrastare con contrappesi di equilibratura nell’albero motore o con contralberi di bilanciamento. Alcuni dei più moderni tre cilindri (come, appunto il Ford Ecoboost) ottengono il parziale bilanciamento dello squilibrio provocando un altro squilibrio sulla massa volanica che si oppone al primo. L’uso di un contralbero, costituisce comunque una complicazione meccanica che assorbe potenza, aumenta il peso e l’ingombro del motore.

Anche se i tre cilindri moderni sono dei piccoli capolavori di ingegneria, mantengono minore regolarità (specie al minimo), sono più “ruvidi” e hanno anche maggiore rumorosità di scarico. Confrontate, per capirci, la sonorità dello scarico di una moto monocilindrica di 500 cc con quella di una quattro cilindri di pari cilindrata….

Il frazionamento ideale per un perfetto bilanciamento delle forze d’inerzia e delle coppie resta quello del sei cilindri in linea (ma anche 8 cilindri). Ricordate lo splendido sei cilindri 2.0 litri delle Bmw 320 degli Anni Ottanta? Musica per il guidatore….

In realtà, il motore tre cilindri dà il meglio di se (in tema di consumi ed emissioni) sui rulli, in sede di prove di omologazione, ma in condizioni reali i consumi sono altri e il vantaggio dei 3 cilindri si annulla: spesso il 4 cilindri aspirato si dimostra infatti più parco di un 3 cilindri turbocompresso.

Se fossero rese pubbliche le reali curve di consumo alla massima potenza vedremmo che il consumo del tre cilindri è basso solo a regimi molto ridotti. I tre cilindri, specie se turbo, allora, richiedono assuefazione all’uso dell’acceleratore: se si impara a sfruttare l’erogazione di coppia ai bassi regimi si ottengono medie di consumo accettabili. Se si sceglie la guida sportiveggiante….addio.

Certo, innovazioni come quelle annunciate da Ford vanno nel verso giusto, ma questo vale anche per i propulsori quattro cilindri, che tale tecnologia adottano già (come nel caso dei motori 1.4 Tsi del Gruppo Vw, che possono disattivare due cilindri).

Il vantaggio economico per il tre cilindri, comunque, c’è. La cilindrata più ridotta rispetto a quattro cilindri di ugual potenza ma maggior cubatura, in genere di soli 1.0 o 1.2 litri, è gratificata da polizze assicurative più basse, mentre per il bollo c’è poco da fare, perché contano i kW.

Quanto alla durata nel tempo di tali propulsori è un po’ presto per dirlo, bisognerà aspettare ancora due o tre anni (anche perché chi sceglie queste motorizzazioni in genere percorre meno km in un anno).

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