Bugatti Veyron 16.4

Bugatti Veyron 16.4. Dopo innumerevoli test e rinvii finalmente ci siamo: l’attesissima Bugatti Veyron è pronta per la produzione e ha già centrato il principale obiettivo del progetto: superare la soglia dei 400 km/h.
Un esemplare perfettamente stradale della vettura ci è riuscito in Germania, sfruttando il circuito di prova Volkswagen di Ehra-Lessien dove ha raggiunto l’incredibile velocità di 407 km/h! E non si è trattato di uno dei tanti test segreti condotti negli ultimi mesi, ma di una prestazione ufficiale certificata dal TüV.
Un “mostro” di tecnologia
Come ricorderanno i lettori di Infomotori.com, che in passato ha già presentato la Veyron quando era ancora un “semplice” prototipo, questa supersportiva che segna la rinascita del marchio Bugatti sotto le ali protettrici (e i capitali) del Gruppo Volkswagen rappresenta un vero e proprio concentrato di tecnologia.
Quasi scontata, oggi, la presenza di un telaio in fibra di carbonio, che infatti è solo una dei tanti segreti della vettura. Il più stupefacente, con ogni probabilità, è il propulsore. Si tratta infatti di un sedici cilindri disposti su quattro bancate che descrivono una doppia V: una soluzione costruttiva decisamente originale, che ha consentito di ottenere dimensioni compatte, paragonabili a quelle di un normale V12. Il principio è quello già sperimentato con successo con il W12 che equipaggia A8, Touareg e Phaeton, ma in questo caso i numeri sono davvero straordinari. Con una cilindrata di 8 litri e 64 valvole, il propulsore eroga ben 1001 CV e la stratosferica coppia di 1.250 Nm a 6.000 giri!
Numeri da record, resi possibili dall’adozione di ben quattro turbocompressori: rispetto ad una più tradizionale soluzione biturbo, in questo modo i tecnici hanno potuto utilizzare turbine più piccole e quindi minimizzare il ritardo di risposta tipico dei propulsori sovralimentati, ma senza rinunciare ad un’elevatissima potenza massima.
A titolo di curiosità, Infomotori.com segnala che a introdurre la soluzione dei sedici cilindri era stato proprio Ettore Bugatti, sulle Type 45 e Type 47 del 1928, prendendo spunto dal propulsore di un aeroplano: all’epoca, naturalmente, era stata adottata un’architettura più tradizionale a V, ma i risultati erano stati ugualmente sorprendenti, con una potenza di ben 250 CV.
Tornando alla Veyron, è evidente che un simile “cuore” richiede un’impiantistica all’avanguardia, degna delle sue prestazioni straordinarie: la circolazione dell’olio, ad esempio, avviene con un carter secco particolarmente piatto, con pompa di recupero a quattro fasi che aspira l’olio e ne regola il flusso in tutto il motore. Una soluzione, questa, fino ad ora impiegata solo sui propulsori di Formula 1. Ed ancora, la variazione elettroidraulica degli alberi a camme è possibile ad ogni regime, per assicurare in qualsiasi circostanza una risposta istantanea all’acceleratore e un comportamento molto regolare.

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