Il prezzo della benzina in relazione al potere d’acquisto, ovvero allo stipendio medio, è uno dei parametri con cui è possibile misurare lo stato di benessere di un paese. Lo spostamento su gomma è ad oggi il mezzo di trasporto più sfruttato e la sua accessibilità può cambiare opportunità e prospettive di una famiglia.
Il team di analisti Picodi.com ha sviluppato alcuni grafici interattivi grazie ai quali è possibile conoscere il numero di litri acquistabili con uno stipendio medio in 42 diversi paesi, tra cui l’Italia.
è possibile interagire con il grafico attraverso le frecce per vedere i diversi risultati o tramite il menù a tendina per scegliere uno specifico paese.
Nel continente europeo a pagare meno il carburante sono i russi, dove un litro di verde costa 45,45 Rubli, circa 60 centesimi di euro. Tuttavia a causa di stipendi tendenzialmente bassi (555€ è la media nazionale) il potere d’acquisto con un singolo stipendio si ferma a 887 litri.
L’Italia si classifica invece al 17° posto: lo stipendio medio (netto) di un italiano è di 1903€ e, con un prezzo alla pompa di 1,56€ al litro, è possibile acquistare 1.219 litri di carburante. Ci troviamo così appena sotto l’Olanda (1.279 litri) e appena prima della Spagna (1.126 litri).
Sul podio d’oro nero campeggiano Norvegia (1.989 litri per stipendio, al prezzo però più alto di 1,70€ per litro), Lussemburgo (ben 2.877 litri di benzina per stipendio) e Svizzera, decisamente fuori scala con 3.388 litri per stipendio, considerando un prezzo di 1,36€ al litro per uno stipendio medio mensile di 4.605€.
Nella parte bassa della classifica troviamo principalmente paesi balcanici come l’Albania, il Montenegro e la Serbia, insieme a Moldavia ed Ucraina. In queste nazioni difficilmente si riescono ad acquistare più di 300 litri di benzina con uno stipendio medio.
In questo secondo grafico invece è possibile osservare il risultato della formula su scala globale, ricco di contraddizioni riconducibili a guerre di potere e politiche interne dittatoriali. In alcuni paesi dove viene effettuata una grande attività di estrazione gli stipendi permettono di stoccare grandi quantità di carburante (come in Kuwait o negli Emirati Arabi) mentre in altri, come in Nigeria, il costo irrisorio del carburante non è sufficiente a garantire ai cittadini scorte sufficienti.