Auguri Porsche, 70 anni di auto sportive diventate icone

Era il 1948 – e più precisamente il mese di giugno di 70 anni fa. In quella calda estate nasceva la prima Porsche: una 356 Numero 1 Roadster. Da quel momento in poi la casa di Zuffenhausen si è trasformata nel marchio che oggi conosciamo tutti, il perfetto sinonimo del significato di sportività su “quattro ruote”. Già, perché sembrano frasi formato “comunicato stampa”, ma è innegabile che se non ci fossero stati dei valori così forti e longevi, oggi non si sarebbe arrivati a parlare di Porsche come una delle case che hanno fatto la storia dell’automotive, al pari delle nostrane Ferrari o Lamborghini.

Ma la storia di Ferry nasce prima, quando il padre Ferdinand si era già reso protagonista di una miriade di brevetti in campo automobilistico, quasi mezzo secolo prima di quello storico 1948. Proprio da Ferdinand ha visto la luce la prima vettura elettrica con tanto di motori inseriti nelle ruote – una soluzione che rappresenta l’alba dell’attuale trazione integrale. Anche le odierne “elettriche” o “ibride” sono figlie di quell’ingegno by Porsche. Già negli Anni ’30 Ferdinand aveva in testa il proprio concetto di auto sportiva – la storica “Berlino-Roma” del 1939 è uno degli esempi più tangibili. Anche se per vedere la prima Porsche sportiva occorre attendere il lavoro portato avanti proprio dal figlio Ferry con quella 356.

E a sua volta fu il figlio dello stesso Ferry – Alexander – a sviluppare quella che oggi tutti conosciamo come Porsche 911. Un’icona nata nell’ormai lontano 1963, ad oggi realizzata in oltre un milione di pezzi. E non c’è che dire: proprio nella Porsche 911 c’è probabilmente tutta la filosofia che la casa tedesca racchiude nel concetto di tradizione. La 911 è cambiata negli anni, è vero – ha seguito le tendenze e la moda di ogni decennio che ha percorso, ma è senz’altro l’auto sportiva che ha saputo meglio esser fedele alle linee di quel progetto originario, datato Anni ’60.

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