Donald Trump, nuovo Presidente Stati Uniti d’America: cambia tutto, anche l’automobile

Donald Trump, come un perfetto uragano politico ha spazzato via prima tutti i suoi avversari repubblicani durante le primarie e quindi la sua rivale democratica, Hilary Clinton moglie dell’ex Presidente USA Bill. La Clinton è stata sostenuta apertamente dall’attuale capo di Stato statunitense Barack Obama e da sua moglie, che potrebbe essere in futuro la prima Presidente USA donna.

Sconfitti anche tutti i media statunitensi che davano per certa la vittoria democratica di Clinton fino alla chiusura dei seggi. Panico a Wall Street che puntava sulla più collaudata Clinton rispetto ad un Trump molto più indipendente. Un voto statunitense chiaro con Trump 45° Presidente degli USA, Congresso che resta in mano a Repubblicani così come pure il Senato, assicurando quindi la completa catena di comando in mano a Trump che avrà ora i vertici repubblicani molto più ben disposti nei suoi confronti… Trump ha pure ottenuto più voti popolari, facendo quindi filotto.

Trump non solo ha mantenuto le posizioni repubblicane che parevano destinate a finire in mano alla Clinton, ma ha conquistato Stati impensabili, repubblicani fino a 24 ore fa! Il colpo grosso Trump lo ha fatto in Florida ed Ohio e nel Sunshine State non è servito l’accordo di Obama con Cuba che avrebbe dovuto far piacere agli ispanici e che invece (chi scrive conosce bene la Florida, specie quella vera…) non erano per nulla soddisfatti di questa linea di credito a Fidel e Raul Castro.

Trump ha risvegliato l’orgoglio americano e soprattutto, con un linguaggio talvolta poco diplomatico, ha voluto ribadire che gli USA non faranno più regali a nessuno pagando queste “distrazioni” con milioni di posti di lavoro in meno. Ed ecco quindi la stretta col Messico dove molte imprese USA producono i loro prodotti e moltissime auto (FCA inclusa!) e gli stessi accordi WTO con la Cina.  Nella stessa roccaforte del Michigan con capitale Detroit, che è anche la roccaforte automobilistica statunitense, gli operai pare abbiano tradito i sindacati filo-Clinton per sostenere chi promette difesa e posti per gli statunitensi.

La valuta messicana è già crollata del 10%, le borse mondiali devono fare i conti con una grossa novità e lo sconcerto è notevole in molti governi che pensavano in una vittoria sicura della Clinton, arrivando a dare giudizi poco confortanti verso il prossimo inquilino della Casa Bianca. Bisognerà attendere qualche mese per capire realmente i mutamenti, che saranno sicuramente notevoli ed interesseranno notevolmente l’automotive con una visione economica più vicina alla strategia Tesla di costruire stabilimenti negli USA (come il Gigafactory in Nevada) piuttosto che in Messico o nei Paesi limitrofi, sviluppando la tecnologia statunitense per accrescere il primato americano.

Il 2016 si conferma anno storico e dopo la Brexit inglese arriva oggi una Nuova America, ricordando che Donald Trump resta un imprenditore che conosce bene il suo Paese ed anche l’Europa, sapendo quando serve fare gli show e quando invece è utile mediare e circondarsi di collaboratori validi, come il fido Vice con cui forma una eccellente coppia. Interessante sarà vedere la sua squadra. Anche Ronald Reagan, in fondo, era avvolto da grande perplessità e poi è divenuto uno dei Presidenti più amati dagli americani…

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