Italiani popolo di piloti

Italiani popolo di piloti. Gli incidenti stradali continuano a rappresentare un costo sociale enorme, non soltanto in termini di vite spezzate, ma anche in relazione alle conseguenze di lungo termine per i feriti (invalidità, etc…), ai danni prodotti ai beni materiali, ai costi degli interventi di soccorso e di controllo. L’Istat ha calcolato che nel 2007 gli incidenti stradali sono stati più di 230mila, con più di 5.000 morti e 325.000 feriti, con un costo complessivo pari al 2% del totale del PIL prodotto nell’anno. L’incidentalità più grave si registra sulle strade extraurbane, seguite dalle autostrade e da quelle urbane ed è strettamente connessa al superamento dei limiti di velocità e all’imprudenza dei guidatori.

Sulla base di questi dati, Cittalia ha realizzato un’indagine finalizzata a comprendere quali politiche ed interventi i Comuni italiani sono chiamati ad attivare per prevenire e contrastare l’insicurezza stradale, ed i suoi costi sociali. Servono più interventi, infrastrutturali e formativi nei confronti dei cittadini, a difesa della sicurezza di tutti. E ancora una volta, i Comuni sono invitati, dagli intervistati, in prima persona a realizzare interventi di tale natura: dalla manutenzione delle infrastrutture stradali alla formazione ed educazione dei guidatori, soprattutto di quelli più giovani, all’inasprimento dei controlli da parte delle polizie locali. A fronte di una richiesta specifica avanzata nei confronti dei comuni (e delle altre istituzioni nazionali), tuttavia, i comportamenti degli italiani alla guida non sono sempre in linea con i dettami del codice della strada.

Dal punto di vista della percezione di quali siano le responsabilità rispetto alla sicurezza in strada, gli intervistati evidenziano l’importanza dei comportamenti agiti dagli stessi guidatori, indicando nei comportamenti di guida azzardata e nella distrazione le principali cause di incidentalità. Ciononostante solo una minoranza degli intervistati (41%) dichiara di essere sempre attento ai limiti di velocità, mentre nella maggioranza dei casi si tende a forzarli, soprattutto laddove vengono percepiti come inadeguati perché troppo bassi, o quando si ritiene che la strada sia libera e non vi siano pericoli. Il numero dei potenziali guidatori indisciplinati è decisamente maggioritario all’interno del campione, a conferma di come il lavoro di rafforzamento di una cultura della guida sicura (e al contempo di un elevato controllo) rappresenti un fattore essenziale per la crescita della sicurezza sulle strade.

Se dunque i comportamenti individuali sono percepiti come la principale causa di incidenti, all’atto pratico, buona parte degli intervistati riconosce comunque di mettere in atto comportamenti potenzialmente pericolosi. Questo atteggiamento si riflette anche nella individuazione di quali possano essere gli strumenti per intervenire sul tema della sicurezza stradale. Infatti, di fronte alla richiesta di esprimere un giudizio sintetico su quali siano gli interventi da prediligere il 40% degli intervistati sceglie i percorsi di formazione ed educazione civica.

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