Lotus Sport Exige Cup 255

Lotus Sport Exige Cup 255. Le auto sportive, si sa, esulano da regole fisse e preconcetti tecnologici. C’è chi le vuole con trazione integrale, chi con il motore davanti e lo schema transaxle, ed ognuno ha dei buoni motivi per giustificare le proprie scelte. Alcuni canoni generali però ci sono, ed uno fra i primi è di sicuro la potenza massima: una supercar deve essere potente, molto potente.
Alcuni piccoli costruttori inglesi hanno deciso invece di percorrere un’altra strada, molto più semplice e tremendamente efficace. Visto che le prestazioni assolute sono un compromesso fra la potenza ed il peso della vettura, o si aumenta il primo… o si costruisce una vettura estremamente leggera.
Nuovi standard Lotus è l’emblema di questa filosofia costruttiva, portata alla ribalta dal grande Colin Chapman, e la Sport Exige Cup 255 rappresenta l’ultima evoluzione della famiglia di “track car” prodotte in Inghilterra. Il motore è un quattro cilindri di 1,8 litri, sovralimentato, ed eroga 255 cavalli di potenza massima. Non tanti, non certo sui livelli di molte supercar odierne che sfiorano quota 1000, ma sufficienti (grazie al peso contenuto) a garantire prestazioni di livello assoluto. I secondi necessari a coprire lo 0-100 sono 3,9, mentre la velocità massima tocca i 260 km/h.
Il tutto con un comportamento reattivo ed ancor più preciso, grazie all’aerodinamica rinnovata che genera 40 chilogrammi di deportanza in più rispetto alla versione precedente. Rimangono invariate anche le caratteristiche di auto “spartana”, ma nel senso buono del termine. Pochi fronzoli nell’abitacolo, dove tutto è votato alla funzionalità in senso sportivo, ed una livrea che esprime senza mezzi termini la sportività di questa vettura.
Perchè no? Di fronte a vetture come questa Lotus Exige, ci chiediamo se non sia effettivamente questa la strada giusta da seguire, e non solo per le supersportive. L’aumento sconsiderato delle dimensioni, delle dotazioni e quindi del peso porta le vetture moderne ad essere piuttosto esigenti in quanto a consumi e poco “divertenti” se non con motori di cospicua cavalleria.
Un ritorno alle origini, con meno fronzoli e più sostanza, oltre all’utilizzo di materiali nobili, potrebbe risultare molto più utile di un costosissimo motore “spinto”. Le Lotus, da anni, lo dimostrano sulla strada e sulla pista.

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