Suzuki Splash – Test Drive Report

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Suzuki Splash. Esztergom (Ungheria) – Sulla riva destra del Danubio, a una cinquantina di chilometri da Budapest, hanno avuto luogo i primi contatti tra la stampa e la piccola Suzuki Splash. La minuta monovolume giapponese è frutto della sinergia tra il gruppo GM e Suzuki. Sinergia che ha recato vantaggi a entrambi i colossi, consentendo a Suzuki di proporre una vettura dai gradevoli tratti europei, e a GM di beneficiare della grande esperienza Suzuki nel costruire piccole vetture.
Il concetto di fondo è quello di creare un segmento B agile e maneggevole, ma che possa sorprendere anche in termini di abitabilità e spazio interni; oltre a ciò, di fatto questo modello completa il rinnovamento generale della gamma Suzuki realizzato grazie a Grand Vitara, SX4 e la succitata Swift.

Estetica briosa
Bello il nome Splash, richiama alla mente concetti come freschezza, estate, gioventù, finalmente un caso in cui lo sforzo dei costruttori si concentra anche sull’identificazione di un nome che possa essere la sintesi perfetta del prodotto offerto.
Il design è? fresco, vivace, giovanile, in tutti i suoi 3,72 metri di lunghezza e 1,7 metri di larghezza, un buon connubio tra dinamismo e compattezza. La Splash utilizza un interasse ridotto di 30 mm rispetto a quello della piattaforma di Swift, e con questo stesso progetto Suzuki produrrà nella stessa fabbrica ungherese anche la seconda generazione di Agila per conto di Opel, perciò se avete giustamente notato una certa fratellanza tra questi due modelli è perché effettivamente nascono dallo stesso progetto.

Propulsori vivaci
I propulsori proposti sono due nuovi benzina interamente sviluppati ex novo da Suzuki: il 3 cilindri 1.000 cc 12 valvole da 65 cavalli abbinato ad un cambio manuale a 5 marce e il 4 cilindri 1.200 cc 16 valvole da 86 cavalli disponibile anche con trasmissione automatica (sempre più diffusa). Queste motorizzazioni offrono un livello di coppia sostanzialmente costante a basse e medie velocità, assicurando buona guidabilità ad ogni regime di giri del motore e promuovendo l’economicità di consumi e livelli di emissioni limitati (tra i 120 ed i 140 gr/km).

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