Assogasliquidi: GPL discriminato dal decreto salva auto

Roma, 6 febbraio 2009. È stato approvato oggi il decreto salva auto che prevede nuovi incentivi anche per le auto a gas.  Per l’acquisto di auto nuove rimangono confermati gli incentivi per il GPL: un’auto a GPL gode di un contributo di 1500 euro, ai quali si possono aggiungere i 1500 euro previsti per la rottamazione e i 500 euro della scorsa finanziaria.   Per la trasformazione, sono stati aumentati gli importi unitari degli incentivi destinati a   chi converte a GPL o a metano il proprio autoveicolo: il contributo per il GPL   passa da 350 a 500 euro e per il metano da 500 a 650 euro (per il maggior costo dell’impianto). Pare che i nuovi importi potranno essere applicati solo con data fattura e data collaudo uguale o posteriore alla pubblicazione del Decreto, che potrebbe avvenire anche durante il fine settimana.

Si è introdotto però un nuovo concetto: la differenziazione tra GPL e metano, cioè una separazione legale in quella che è stata sempre considerata la famiglia dei carburanti a basso impatto.

Un identico veicolo a metano ottiene una agevolazione ulteriore a quelle citate di ben 1500 euro se emette meno di 120gr/km di CO2, e questo vale anche per i veicoli elettrici e a idrogeno. Capiamo per l’ elettrico e l’idrogeno, per i quali, tra l’altro, non c’era neanche bisogno di fissare un  limite alla CO2, in quanto ad emissioni zero, ma perché al metano sì e al GPL no?

Perché una Panda a GPL che emette 116gr/km di CO2 non ne gode e la stessa vettura a metano che emette 114gr/km ne gode?  Sarà allora per una questione legata non all’ambiente, ma alla sicurezza energetica. Ci siamo dimenticati forse che fino a ieri temevamo che non arrivasse più metano per le nostre case e per le nostre industrie, per non parlare delle nostre auto a metano?

Tutto questo mentre si registra un esubero di produzione di 400.000 tonnellate di GPL  di produzione nazionale, che nel 2000 servivano a coprire i consumi di 400 mila utenti di GPL in più rispetto a quelli attuali e che invece oggi vengono esportati.

Alla faccia della sicurezza energetica o di un efficiente bilancio energetico nazionale. Inoltre, vale la pena ricordare che al di là del nome Gas di Petrolio Liquefatto, il GPL ha una duplice origine: il 60% dei consu mi nazionali di GPL, in tutti i suoi usi, sono di derivazione naturale, quale gas liquido obbligatoriamente estratto dal gas naturale per permettere la distribuzione del metano in condotta.   Non comprendiamo tale differenziazione nemmeno da un punto di vista di politica industriale: anche FIAT commercializza vetture a GPL e dietro ogni costruttore di automobili a GPL, italiano, europeo o extra-europeo, c’è un supplier italiano di componentistica gas, leader mondiali del settore.
Il paradosso, soprattutto ambientale, è che anche in Sardegna si venderanno auto a metano – o più correttamente a doppia alimentazione benzina-metano – senza che ci sia la minima speranza di trovare un impianto di distribuzione perché tutti vorranno approfittare dei 3500 euro in più di cui gode il veicolo a doppia alimentazione rispetto ad uno identico a benzina. Il cliente però andrà ovviamente sempre a benzina.

L’Assogasliquidi spera che nel corso della conversione del decreto legge si metta a posto questa ingiustificata stortura.

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