Guy Martin batte il record di velocità al Wall of Death 2016

The Wall of Death, ovvero il muro della morte. Non c’è da stupirsi se Guy Martin ha messo le sue ruote anche qui, infrangendo il record di velocità massima. Il Wall of Death è più un’impresa goliardica di una sfida per piloti tecnici, ma uscirne vivi non è poi così scontato. Si tratta di una tradizione statunitense che ha preso piede ai primi del ‘900, tra i parchi di divertimento e le fiere motoristiche, per poi arrivare in Inghilterra verso gli anni ’50.

Immaginate una grande, grandissima botte con un diametro di 37 metri ed un’altezza di almeno 6: più o meno si tratta di una cosa del genere. Per questa occasione è stato costruito con legno proveniente dai container di un hangar, più precisamente uno stabilimento RAF -Le truppe aeree inglesi- in disuso da ormai diversi anni.

Il gioco funziona che si parte dal centro, poi si continua ad accelerare sperando di non perdere né aderenza né velocità. Altrimenti, la forza centrifuga che inganna la gravità verrebbe ovviamente meno, ed un volo da 4 metri in sella ad una moto non fa di certo bene. Martin ha raggiunto la velocità record di oltre 125Km/h su di una BSA tre cilindri da 750cc da lui modificata, ed ha raccontato che “Sono molto contento per tutti quelli che hanno partecipato a questo progetto, ma la cosa migliore per me è che ho passato un anno a costruire questa moto nella mia officina e non mi ha dato alcun tipo di problema durante tutta la settimana”.

Poi ha spiegato brevemente come si raggiunge un risultato simile: “è tutta una questione di tempismo quando giri l’acceleratore, perché non puoi sopportare tutta quella forza G per molto tempo”. Finito lo spettacolo, Guy ha comunque puntualizzato che non ha intenzione di fermarsi: “Domani torno al lavoro, ho un’R620 con un problema ai fari che mi darà un bel da fare domani mattina”.

Insomma, anche se quest’anno non lo vedremo al TT, sembra che Guy Martin sia ben lungi dall’abbandonare le due ruote.