La Spurtlèda58 2016 a Misanino per ricordare Marco Simoncelli

Ricordare Marco Simoncelli è facile e bello, anche se fa sempre un po’ male. Era passato ancora poco da quel Gran Premio della Malesia, quando venne lanciata l’idea di mandare una foto con il numero 58 trovato per caso mentre si è immersi nelle cose della vita. Sono passati 5 anni, un niente, ma è davvero impossibile trovarsi quel numero per pagare le bollette, dare un’occhiata all’orologio o leggere i chilometri sull’autostrada e non pensare a Marco.

Il 58 che troviamo stampato sui codoni delle moto in pista, un adesivo dietro ad un’auto incolonnata nel traffico, sui passeggini, nelle magliette… Lo sa bene Paolo Beltramo che ha commentato la serata perché ne aveva voglia, perché il Sic gli manca da morire, mentre parla di quello spicchio di luna sulla riviera, quasi rosso, che “ricorda un po’ l’angolo dell’8, quello del 58, dai”. All’inizio sembrava stesse scherzando, noi però difficilmente riusciamo a scordarci Marco.

Noi, perché siamo tantissimi a ricordarlo con un sorriso e, soprattutto, molti di noi il mondiale non lo hanno mai visto nemmeno su Italia1. Marco Simoncelli è quella persona che ti viene in mente dopo anni, quel compagno di banco sempre brillante che chissà che fine ha fatto, quelle persone che incontri in viaggio e ti porti dentro per sempre.

La storia di Marco piace, cattura e fa sorridere, e non serve nemmeno sentirla tutta per avvertire un senso di vuoto. Siamo stati alla Spurtledà58, una gara alla vecchia maniera, sorrisi in palio ed un’atmosfera casereccia per ricordare il Sic. Si corre a Misanino, con il Kart, o meglio a Misanino ci corrono i piloti del Mondiale senza clausole con la squadra che, spesso, impongono una conservazione da cristallo di Boemia.

L’atmosfera -forse, noi non c’eravamo- ricorda il mondiale di vent’anni fa, quando tra piloti e pubblico c’era ben poco ed il prezzo del biglietto non superava l’abbinata pizza e birra. Vince Mattia Pasini, l’amico storico, che non ci ha pensato a lungo per tatuarsi il polso con il numero di Marco nel 2011. Tra una gara e l’altra ci sono gli stunt, apecar che più che mezzi da lavoro ricordano il DTM e moto da enduro, quad, sportive. Un gran casino, il profumo della miscela due tempi che impregna l’aria e la gente che se la gode.

Che vuoi pensare se non che se ne è andato troppo presto, ma abbastanza tardi per diventare un piccolo segreto di tutti. Perché non puoi pensargli senza sorridere, non ti viene nemmeno da chiederti come abbia fatto ad entrare così nel cuore della gente, è stato naturale. Non come Senna, lui era un Re, Marco è qualcos’altro.

In questi giorni la Fondazione Simoncelli ha messo il primo mattone di quella che sarà una casa per ospitare i ragazzi disabili, mentre la “Sic58 Squadra Corse” si prepara ad entrare nel mondiale Moto3. Marco Simoncelli ha vinto un mondiale e lo ha fatto con fatica e dedizione, ma nel frattempo ha conquistato con una semplicità disarmante il cuore delle persone che gli stavano intorno. Kate Fretti, al tempo la fidanzata di Marco, lavora alle iniziative della fondazione insieme a Paolo Simoncelli, Sky Sports invece ha realizzato un documentario sulla sua vita, con registrazioni provenienti da un’intervista di Beltramo per il libro “Diobò che bello”, pubblicato nel 2009. Ora scusate, ma siamo arrivati alle 558 parole e si, così basta.

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