Mini

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STORIA DEL BRAND

In seguito all’aumento dei prezzi del carburante negli anni Cinquanta, il pubblico chiede vetture compatte e non dispendiose. Nel 1959 dall’Inghilterra arriva la piccola Mini, progettata da Alec Issigonis: in poco più di tre metri trovano posto quattro passeggeri e un motore anteriore trasversale, configurazione che consente di avere un abitacolo ampio. L’auto è venduta con due marchi, Austin e Morris, quindi con due nomi: Austin Seven e Morris Mini Minor. Il successo non è immediato, ma gradualmente la “piccola” si afferma. Dopo il primo modello (Mini Minor 850), nascono la versione Van, la station wagon (denominata Countryman o Traveller) e la sportiva Cooper, seguita dalla leggera e velocissima Mini Cooper S, capace di aggiudicarsi ben tre Rally di Montecarlo (1964, 1965 e 1967).
Dal 1965 al 1975 Mini viene prodotta e venduta su licenza anche in Italia da Innocenti. Le Mini “italiane” sono più ricche in termini di dotazioni, costano meno e nel tempo risultano più affidabili di quelle inglesi. Il mercato vede il debutto di nuove versioni e modifiche (come il face-lifting Clubman del 1969), ma la piccola Mini rimane sostanzialmente fedele a se stessa. Nel 1984 arrivano le due più importanti innovazioni tecniche: i freni a disco anteriori e le carreggiate più larghe.
Negli anni Novanta il gruppo Rover acquista il marchio Mini e adotta alcune modifiche, necessarie soprattutto per migliorarne la sicurezza. Nel 1994 BMW acquisisce a sua volta il marchio Rover e comincia a pensare ad un’erede della citycar inglese, che nasce nel 2001.

CARATTERISTICHE DISTINTIVE

Dal primo bozzetto realizzato, secondo la leggenda, su un tovagliolo, Mini ha fatto molta strada sotto tutti i punti di vista. Icona di stile dai tempi della “Swinging London” a oggi, è però rimasta se stessa in primis nella sua caratteristica principale: lo sfruttamento intelligente degli spazi.
Nuova Mini del 2001 è più grande, adotta un nuovo pianale, è aggiornata dal punto di vista tecnico e tecnologico ma ha un design che rievoca in molti dettagli (la mascherina, i fari tondi) quello storico. Tutti ingredienti che in poco tempo ne fanno un grandissimo successo di mercato. Anche se le dimensioni sono cambiate, le proporzioni – le stesse che hanno influenzato intere generazioni di car designer – non hanno subito modifiche di rilievo. La nuova Mini è omologata per quattro occupanti, come la progenitrice, ma nonostante sia una citycar punta a conquistare una clientela elitaria grazie alle finiture di qualità e alla tecnologia che le derivano dalla famiglia BMW, da sempre leader nel comparto delle vetture premium.

MODELLI ICONICI

Dai primi passi nel mondo dell’auto Mini è riuscita a creare molti modelli che hanno segnato la storia. In principio è stata la prima Mini One (2001), seguita dalle versioni Cooper e Cooper S, nel 2004 si aggiungono Mini One D a gasolio e Mini cabrio. La seconda serie (2006) nasce su una nuova piattaforma più lunga, ma si limita a piccoli cambiamenti estetici, la terza che risale al 2013 vede modifiche più importanti finalizzate a migliorarne l’efficienza aerodinamica e la protezione degli occupanti. Oggi la gamma è molto ampia, comprende versioni a tre porte e cinque porte, versioni cabrio (con il tetto in tela ripiegabile elettricamente in pochi secondi), ma anche versioni “familiari” e SUV a 5 porte.

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