Audi Quattro VS Lancia 037: Italia-Germania raccontata da Jeremy Clarckson

Il mondiale rally del 1983 raccontò una delle sfide più iconiche del Motorsport, quella di Audi Quattro contro Lancia 037. A raccontarla c’è Jeremy Clarckson in uno degli speciali più belli e riusciti dello show motoristico targato Amazon Prime

Audi e Lancia hanno tracciato la storia del motorsport, non solo nel rally e non solo con questa storia. Il campionato mondiale rally 1983 però è qualcosa di speciale. Jeremy Clarckson lo racconta con tanta passione ed un video di alto livello, con tutte le probabilità la miglior produzione uscita dagli studios di Amazon Prime Video. Se siete iscritti al celebre portale di e-commerce potete vedere la puntata direttamente sul portale (Stagione 2, episodio7) per tutti gli altri invece, press play.

Audi VS Lancia secondo Jeremy Clarckson

Nel 1977 Audi stava sviluppando un sistema di trazione integrale per l’esercito tedesco, ma gli ingegneri che vi lavoravano ebbero un’idea. Si chiesero se la stessa trazione integrale avrebbe funzionato anche su di una vecchia familiare.Così, nell’ombra, in un angolo sperduto della Germania, cominciarono alcuni test in segreto. Fu subito ovvio che guidata con la trazione integrale l’autos sviluppava un grip pressoché infinito. Capirono che l’auto sarebbe stata ottima per il rally, ma c’era un problema: Il regolamento della FIA del 1979 bandiva le auto a trazione integrale.

Ad ogni modo, Audi sistemò le cose: i vertici di Inglostadt ebbero un incontro con la BPICA (International Permanent Bureau of Automobile Manufacturers) a Parigi, affinché la regola venisse cambiata. Il cambio di regolamento fu fatto passare da Audi come una piccolezza, al che tutti gli altri costruttori diedero il proprio benestare.

L’Ascesa di Audi nei rally

Audi Quattro Rally

Tre anni dopo, nel 1982, Audi vinse il campionato costruttori del mondiale rally con Audi Quattro, tra l’altro grazie alla coppia femminile Mounton-Pons. Da quel momento tutti seppero che per vincere il mondiale rally era necessario avere una macchina a trazione integrale. Quasi tutti.

La risposta di Lancia all’Audi Quattro fu la 037, a trazione posteriore. Ho un debole per tutte le vecchie Lancia, ma questa… è qualcosa di più. Questa macchina è tutto ciò che mi aspettavo che fosse. Poi Jeremy spiega leggerezza, immediatezza e amore per un auto che, in un tracciato normale non avrebbe avuto il minimo problema a mettere in imbarazzo un’Audi Quattro.

Ma nel mondo polveroso e terribile del rally non avrebbe avuto alcuna possibilità. Oltretutto, Audi era supportata dalla potenza industriale della Volkswagen, era efficente e organizzata. Il capo squadra, Roland Gumpert, era un ingegnere tedesco e capace. Il capo progetto della Lancia, Cesare Fiorio, era un uomo diverso. Amava le donne e le corse con l’offshore. Era a capo di una squadra tutta italiana, una squadra di cani sciolti.

Poi c’erano i piloti: Audi aveva Hannu Mikkola, Stig Blomqvist e Michele Mouton, che insieme avevano vinto un totale di 21 rally. Il team era molto forte, coeso, e lo sviluppo della macchina continuava incessante. Lancia di contro aveva Markku Alen e Walter Rohrl, il quale non aveva nessuna voglia di diventare campione del mondo. Voleva vincere dei bei rally ma non gli importava di essere sui giornali o accerchiato dalla stampa. Era Davide contro Golia.

Il mondiale Rally 1983

Lancia 037 Rally 1983

Tuttavia, Lancia aveva le sue carte da giocare. Erano stati nei rally per anni e vinto il campionato quattro volte con macchine come la Fulvia e la Stratos. Vero che il loro capo squadra sembrava più che altro un playboy, ma conosceva tutte le scorciatoie.

Per esempio il regolamento della FIA prevedeva che le auto iscritte al mondiale rally fossero state prodotte almeno in 400 esemplari per il pubblico. Quando gli ispettori vennero a controllare, i responsabili Lancia fecero trovare 200 auto in un parcheggio, spiegando che le altre 200 erano al capo opposto della città. Finito il conteggio del primo lotto, gli ispettori furono portati a pranzo. Durante il lunghissimo pasto organizzato dagli italiani, le auto furono spostate nel secondo parcheggio all’altro capo della città, dove gli ispettori ritrovarono le 037.

Un altro requisito della FIA erano i Rollbar, obbligatori: Lancia non ne fece degli esemplari effettivamente funzionanti, ma solo delle bellissime, convincenti (ed estremamente leggere) imitazioni. Famiglia e amici dicevano a Rohrl che correre per Lancia era troppo pericoloso, un incidente avrebbe potuto essere l’ultima cosa che avresti vissuto in vita tua. Ma un pilota non ha intenzione di fare incidenti. In fin dei conti però, nonostante l’esperienza accumulata da Lancia, nessuno si aspettava che avrebbe portato a casa buoni risultati alla prima gara del Campionato Mondiale 1983, per il Gran Premio di Monte Carlo.

 

Cesare Fiorio 1983

Cesare Fiorio, Team Manager di Lancia Martini Racing

 

Fiorio racconta che erano molto preoccupati per questa gara, perché era facile trovare neve, ghiaccio e, in generale, pessime condizioni dell’asfalto dove una macchina con motore centrale e trazione posteriore non era di certo la migliore delle idee. Quindi, mentre Audi si preparava a correre il Rally di Monte Carlo facendo i dovuti aggiustamenti alla macchina, Lancia si preparò andando al supermercato, dove gli uomini del team comprarono tutto il sale in vendita. Ovviamente lo sparsero in tutte le curve difficili così, quando sarebbe passata, la macchina avrebbe trovato un asfalto in buone condizioni di aderenza. Ma non solo.

Chiamarono le autorità locali lamentando che le strade francesi erano pericolose e bistrattate, pertanto dovevano essere pulite per l’incolumità di pubblico e addetti ai lavori. Così impiegati del comune pulirono le strade alla Lancia 037. Infine, gli uomini di Lancia effettuarono un pit-stop a metà della corsa, una volta superato il tratto critico per l’asfalto, in cui cambiarono gli pneumatici invernali con altri più performanti. Nelle regole non era scritto che la cosa potesse essere fatta, ma allo stesso modo nulla lo impediva.

La strategia lancia per vincere

Spargere sale per le strade per aumentare il grip

Se vuoi vincere nel motorsport devi conoscere le regole. Le zone grigie del regolamento sono quelle che spesso separano una vittoria dalla sconfitta. Alla fine, il risultato a Monte Carlo fu sorprendente: una macchina da 340CV con turbo e trazione integrale non è abbastanza per battere una Lancia a trazione posteriore che chiuse con primo e secondo posto. Per l’evento successivo, in Svezia, non c’era abbastanza sale nel mondo per sciogliere la neve.

Lancia “risolvette” il problema semplicemente evitando di presentarsi. Audi quindi portò a casa una comoda doppietta e due settimane più tardi fece lo stesso in Portogallo. Replicando la propria vittoria anche nel Rally del Sud Africa, sembrò che Audi potesse scappare nella parte alta della classifica. Ma poi, il mondiale si spostò in Corsica.

Lì, quasi tutto il rally si svolge su di un asfalto dall’ottimo grip. Tutti si aspettavano che Lancia vi avrebbe fatto una buona dose di punti, ma non immaginavano quanti. Solitamente Lancia portava due, al massimo tre auto per un evento. Per la Corsica ne portarono quattro, il che significava che se avessero fatto il meglio possibile (cosa che accadde) la migliore delle Audi avrebbe chiuso al quinto posto. A causa di problemi meccanici però, non raggiunsero nemmeno quello.

Poi però, il circus si spostò nel più polveroso, impegnativo ed ostico tracciato d’Europa, in Grecia. Le strade sconnesse, come ampiamente previsto dai Team, portarono diverse noie meccaniche alle vetture in gara. Ci furono rotture di ogni genere, ma incredibilmente successe solo alle Audi. Nuova Zelanda e Argentina aumentarono il livello della sfida portando entrambe le squadre a lottare per il titolo. Ma poi fu il turno di tornare nel vecchio continente, con la Finlandia. E Lancia ebbe un problema: Walter Rohrl si rifiutò di correrci. Non amava i salti, caratteristica saliente della prova finnica. “Se avessi voluto volare, avrei guidato gli aerei e non le auto.” Così Audi vinse con una certa facilità.

Vincere a San Remo con la Lancia 037

Walter Rohl pilota Lancia

Ad ogni modo, con solo tre round rimasti, per Lancia era matematicamente possibile vincere il campionato mondiale a San Remo. Cosa che ovviamente avrebbe fatto molto piacere alla squadra italiana, vincere davanti al pubblico di casa era qualcosa di più. Per farcela però avrebbero dovuto affrontare il più grande ostacolo dell’appuntamento italiano: la polvere. Alzata in aria da una macchina in corsa, rimane a bloccare la visuale all’auto successiva per diversi minuti. Il che rende un po’ difficile vedere quello che hai davanti. Per rendere il tutto un po’ migliore Lancia mandò dei camion a pulire la strada, ma non era abbastanza.

Quindi, ancora una volta, i piloti si presentarono con un asso nella manica. Un minuto dopo la partenza dell’Audi Quattro, ovvero quando sarebbe dovuta partire la Lancia 037, ci fu un problema. L’auto italiana rimase infatti immobile, e quando il cronometrista andò a controllare il veicolo vide che il nvigatore aveva un problema con la cintura, andava sistemata. Dopo diverso tempo speso ad aggiustare il tutto, quando la polvere si era ormai diradata, ripartirono.

A quel punto era solo una questione di capacità. E Walter Rohrl guidò come non aveva mai fatto in vita sua.

Guidare una Lancia è la cosa perfetta. Perché fa esattamente quello che le chiedi, è come una scarpa. Ti basta pensare una cosa, la macchina l’ha già fatta.

Così, Davide batté il Golia a quattro ruote motrici e nessun’altra auto a due ruote motrici riuscì mai a ripetersi.

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