Infotouring Val Pusteria

Una vacanza tra natura ed arte Se pensate ad una vacanza in montagna, vi piace praticare gli sport all’aria aperta, nutrite interesse per la storia e la cultura e magari volete concedervi anche qualche ora di relax, la Val Pusteria fa al caso vostro.

Situata in Alto Adige, immediatamente a nord di Bolzano, è facilmente raggiungibile tramite l’autostrada del Brennero ed offre diverse opportunità di alloggio: dall’albergo in un castello restaurato alla beauty farm, dalla pensione a gestione familiare ai campeggi immersi nel verde.
A ridosso delle Dolomiti, la Val Pusteria offre paesaggi da meraviglia, fra verdi vallate, incantevoli vette, vivaci torrenti, favolosi laghetti, antichi centri abitati e castelli incantati. Ogni giorno potrete scegliere se fare una passeggiata in montagna, andare a cavallo, visitare un museo o concedervi un rilassante bagno termale.
Abbiamo fatto un giro su internet per trovare qualche notizia da mettere a vostra disposizione, giusto per stuzzicare la vostra voglia di vacanza… Pronti allora per partire?
Brunico Colorata come le stagioni – la pittoresca città di Brunico è il cuore e l’anima della Pusteria, la Valle Verde, e non solo grazie alla sua posizione centrale.

A sud la Val Badia si spinge nel cuore delle Dolomiti, a nord la Valle Aurina conduce ai ghiacciai delle Alpi della Zillertal, è l’unica città in Val Pusteria, piccola ma decisamente pittoresca e medievale. Sono presenti castelli, vicoletti e porte cittadine. Anche i dintorni hanno molto da offrire. Per 365 giorni all’anno la natura vi favorisce, da un lato ogni sorta di occasione nei settori del tempo libero e dello sport, mentre dall’altro vi si tengono manifestazioni ed eventi culturali e sportivi di rilievo.
Citata per la prima volta nel 1256, Brunico divenne ben presto il centro economico della vallata.
Oggi, quale centro turistico, offre tutti i presupposti per una vacanza interessante, varia, ma anche riposante.
Altezze sul livello del mare dei paesi: Brunico 835 m Riscone 935 m Stegona 817 m Teodone 856 m San Giorgio 822 m Villa S.Caterina 851 m
Riscone Ancora oggi si conserva la piazza del Castello, residenza per 400 anni dei nobili signori di Rischon. In questa località si trova la nota area di vacanze di Brunico: Plan de Corones. E’ un luogo ideale per trascorrere piacevoli esperienze sia in estate che in inverno. Paradiso per gli escursionisti ed amanti della natura in genere, è un meraviglioso punto panoramico che offre una splendida vista sulle Dolomiti.
Nel periodo invernale dominano nettamente le località sciistiche, con moderni impianti di risalita e 85 km di piste preparate.
Stegona, Teodone e Villa S. Caterina sono altri paesini che si estendono nella valle intorno a Brunico. Ognuno di loro presenta dei tratti caratteristici. In ottobre ha luogo nel mercato di Stegona una fiera del bestiame tipicamente altoatesina. A Teodone si trova il museo locale della cultura popolare, nel quale i visitatori potranno rivivere, con un tuffo nel passato, la durezza della vita di tutti i giorni dei contadini alpini nei secoli scorsi.
San Lorenzo A San Lorenzo si trovano gli estesi campi, le soavi colline e la romantica e selvaggia gola del fiume Rienza. Qui, svettando dalla Valle Aurina, brillano le gigantesche e bianche cime dei monti Tauri ed inizia la stretta Valle del “Gader”, l’anticamera delle Dolomiti. In questa località abitavano anticamente i “Reti”, che già allora avevano capito quanto fosse strategica questa posizione. I Romani, i nuovi signori di Sävaten, arrivarono qui nel 15 avanti Cristo e proprio qui rimase fino al V secolo l’accampamento di “Sebatum”; ce lo ricordano chiaramente ancora oggi una pietra miliare, resti delle costruzioni civili e molte monete del tempo. Con la cristianizzazione l’insediamento venne consacrato a San Lorenzo – “Laurentius”- ed il nome sopravvisse a tutte le vicissitudini dei secoli successivi. Nel Medio Evo le sorti della zona furono determinate, nel bene e nel male, dai castelli di San Michele e di “Sonnenburg”, nei quali signoreggiavano i conti della Pusteria e di Lurn. Proprio in queste corti vennero prese tutte le principali decisioni sulla Pusteria. Il castello di Sonnenburg possiede ancor oggi resti del convento dei Benedettini, fondato da Vokold nel 1083. Lo stesso castello è oggi adibito a Hotel, amorevolmente restaurato ed aperto ai visitatori. Particolarmente interessanti sono la cripta ed i reperti preistorici. San Lorenzo si pregia orgogliosamente del nome di comune mercato – “Marktgemeinde” – ed è pur sempre ancora un ambiente pieno di storia e di cultura. La chiesa parrocchiale custodisce una speciale chicca: la Madonna dell’uva in trono con bambino nell’altar maggiore, creata da Michael Pacher nel 1462.
Di castello in castello
Il convento di Sonnenburg (Castelbadia) Subito prima di San Lorenzo, immediatamente accanto alla strada principale, Sonnenburg troneggia ripido sopra il torrente Rienz. In origine sopra questo colle avrebbe dovuto esserci la fortezza dei conti della zona di Lurn e della Val Pusteria, i quali poi nel 1020 lo trasformarono nel convento dei Benedettini. Di questa costruzione oggi non è rimasto nulla; sono stati comunque rinvenuti resti di un muro di cinta con delle feritoie e dei bastioni circolari risalenti al Medioevo. Esso doveva offrire al convento delle monache una protezione contro i possibili assalti. Il convento è decaduto fino all’ala delle Badesse e delle rovine della chiesa romanica. Nel 1785 Giuseppe II decretò la fine del convento. Oggi esso è divenuto un hotel, meticolosamente restaurato e rinnovato rispettando comunque lo stile originario. Durante i lavori di restauro sono stati ritrovati la cripta della chiesa conventuale, nonchè preziosi affreschi e sculture, i quali meritano senz’altro di essere visitati.
Il castello di Michele (Michelsburg) A sud di San Lorenzo, sopra un colle isolato, troneggiano le rovine del castello di Michele (Michelsburg). In passato esso era un feudo di Bressanone. Successivamente passò prima ai Conti di Andechs, poi ai Conti della Gorizia e nel 1500 passò al Tirolo. Si presume, però, che i Conti pusteresi di Gau avessero stabilito la loro residenza in questo luogo già prima dell’anno 1000. Nel corso dei secoli il castello subì delle variazioni; per esempio fu apportata una seconda torre e nel sedicesimo secolo seguì un ampio restauro. Oggi il castello è completamente andato in rovina. Esso merita comunque di essere considerato meta di una gita turistica.
Il castello di Brunico La città ed il castello di Brunico furono fondati nel 1251 dal Vescovo Principe di Bressanone Bruno von Kirchberg. Molte abitazioni, il cui aspetto odierno rievoca il quindicesimo ed il diciottesimo secolo, posseggono ancora i muri del periodo della fondazione della città. Il castello di Brunico si trova sopra ad una collina sovrastante la città.
Il castello di Lamprecht (Lamprechtsburg) Il Conte Alberto del Tirolo acconsentì alla costruzione del castello di Lamprecht (Lamprechtsburg) intorno al 1220. Esso si trova su di un colle presso Brunico e da tre parti ripide si affaccia sul precipizio della Rienza. Dal 1229 al 1813 era un feudo di Bressanone. La struttura del castello, che si distingue per la sua semplicità, è protetta da un ampio muro di cinta. Oggi il castello di Lamprecht è un punto di ristoro per i suoi ospiti, facilmente raggiungibile con l’automobile oppure attraverso strade pedonali che partono da Brunico e da Riscone.
Il castello di Monguelfo Il castello di Monguelfo è situato su di un colle che da ben tre lati si affaccia ripido sul torrente della Val Casies. Fu costruito nel dodicesimo secolo. Ancora oggi non è molto chiaro se i primi Signori che abitarono il castello appartenevano alla stirpe dei guelfi oppure se appartenevano ad un ramo della stirpe ministeriale di Bressanone von Stilfes. Intorno al 1900 i Conti di Monguelfo si estinsero ed i proprietari del castello sono oggi i Conti Thun di Monguelfo. Nel 1765 un incendio distrusse gran parte del castello. Oggi però, a seguito di un’ammirevole opera di restauro, è nuovamente al centro della vita culturale e merita senz’altro di essere visitato.
Il castello di Tures Il castello di Tures è uno dei castelli più belli e grandi di tutto il Tirolo. La sua posizione è senza dubbio magnifica: alto sopra il paese, in una postazione dominante davanti all’imponente panorama delle vette dolomitiche. In passato i sovrani di Tures appartenevano ad una stirpe molto potente nel Tirolo; erano degni di essere paragonati ai Conti del Tirolo e di Appiano oppure di ognuno dei Baroni di Wangen. Furono nominati per la prima volta nel 1130 e si estinsero nel 1340. Il castello di Tures apparteneva a questa stirpe già a partire dal 1315. In seguito si succedettero diversi casati, fino a quando il castello non andò in rovina. All’inizio del ventesimo secolo fu restaurato da Ludwig Lobmayr e dopo il 1945 fu nuovamente restaurato sotto l’amministrazione di Hieronymus Gassner. Nel 1977 l’Istituto dei Castelli dell’Alto Adige entrò in suo possesso. La sezione romanica del castello è originaria del periodo dei Signori di Tures, mentre quella gotica risale al tempo dei Vescovi di Bressanone. “Der Bergfried”, la considerevole torre abitabile con le doppie finestre ad arco e la cappella del castello in stile romanico risalgono al primo periodo di costruzione (Tredicesimo secolo). Successivamente, dopo il 1500 il castello venne ampliato con nuovi e complicati portoni, parti abitabili, cammini di ronda, due ponti levatoi, granai, un pittoresco chiosco ed infine con delle cisterne. Oggi un terzo della costruzione è accessibile al pubblico. Poichè il castello non è mai stato esposto ad attacchi e devastazioni, i suppellettili si sono conservati quasi completamente integri. Il castello possiede 64 locali ben arredati, i quali in parte sono dotati di stufa di maiolica. Ventiquattro di essi sono rivestiti con legno di cembro. Nella cappella si trovano delle opere d’arte romaniche e gotiche, fra le quali quelle di Pacher-Fresken. Ritratti di famiglie sudtirolesi, splendidi armadi risalenti all’età gotica e rinascimentale, armamenti ed una grande biblioteca danno l’impressione di quella che era la vita nel castello. Oltre a ciò i visitatori possono ammirare la sala delle udienze, alla cui colonna di mezzo venivano legati gli imputati durante il dibattimento, la sala da pranzo, la stanza del cappellano, la torre con la camera di tortura, la prigione, la cappella, l’armeria, la stanza principesca ed infine la sala dei cavalieri. Tra i locali più affascinanti c’è senza dubbio la biblioteca, con i suoi magnifici ed elaborati soffitti a cassettoni, con le sue splendide librerie e con la sua stufa di maiolica.
Informazioni: Castello di Tures 39032 Campo Tures
Andar per musei
Il museo di Rudolf Stolz (Sesto) Ad uno dei più ragguardevoli e contemporanei artisti dell’Alto Adige, Rudolf Stolz nativo di Bolzano (1874-1960), è dedicato l’omonimo museo a Sesto. Il noto affreschista, autore fra l’altro della “Danza dei Morti” posta all’ingresso del cimitero di Sesto così come di molti altri affreschi, si incaricò durante la sua giovinezza dell’officina di decorazioni appartenente a suo padre e si formò in seguito come autodidatta. Negli anni Trenta godeva già di un’ottima fama, era considerato l’artista più noto dopo Egger-Lienz. L’onore più grande gli venne attribuito nel 1940, quando gli venne conferito il Premio Mozart dell’Università di Innsbruck. Nel 1969 è stato inaugurato nella sua “Patria scelta” (Sesto) il museo a lui dedicato. Proprio per questo motivo le figlie dell’artista decisero di mettere a disposizione del museo più di 160 creazioni artistiche avute in eredità dal padre. I visitatori possono ammirare le opere del grande artista nelle due sale appositamente allestite.
Informazioni: Museo di Rudolf Stolz 39030 Sesto Via San Giuseppe 3 Tel. +39 0474 710151
Museo civico di grafica di Brunico L’odierno museo cittadino mostra delle preziosità gotiche e delle opere grafiche del nostro secolo. E’ stato fondato nel 1990. La data relativamente recente lascerebbe presumere che si tratti di un museo molto giovane, senza storia, ma in reltà non è così. Il precursore dell’ odierno museo cittadino venne sciolto nel 1935 per volontà dei Fascisti ed il suo patrimonio culturale fu quasi interamente deportato a Bolzano. Oggi è possibile visitarlo di nuovo: intagli e dipinti gotici, opere grafiche di Albrecht Dürer, incisi all’acquafonte di Josef Anton Koch, acquarelli dei fratelli Seelos e Josef Moroder di Lusenberg. L’attrazione principale e però rappresentata dalle opere grafiche del nostro secolo create da Albin Egger-Lienz, Josef Weber-Tyrol, Paul Flora, Karl Hasser, Ivo Mahlknecht, Robert Scherer etc.
Informazioni: Museo civico di grafica di Brunico 39031 Brunico Via Fratelli Willram Tel. +39 0474 553292
Museo degli usi e costumi a Teodone Il Museo delle tradizioni popolari di Teodone è un allestimento che intende mostrare le occupazioni, il lavoro, le abitazioni e le credenze così com’erano in Alto Adige nei secoli scorsi. Questo museo storico-sociale riunisce la nobiltà ed il popolo semplice del passato. Il museo delle tradizioni popolari si estende su di una superficie di tre ettari di terreno. Si compone di numerose fattorie con edifici adiacenti provenienti da tutte le parti dell’Alto Adige. In questo luogo tali edifici sono stati nuovamente costruiti. Il percorso guidato conduce attraverso stalle, fienili, scalette strette e ripide. Nel giardino si trovano anche mulini ad acqua e malghe, nonchè altri edifici comuni ai contadini di montagna abitanti queste zone a partire dal Medioevo. In contrasto con tutto questo, qui si trova anche la residenza nobiliare del Barone Anton Wenzl di Sternbach, il quale la fece erigere intorno alla fine del diciasettesimo secolo in luogo di una fattoria. Il barone fece rivedere la cappella situata all’interno della residenza da diversi artisti: Cristoforo Benedetti vi apportò un altare in marmo, Michael Rasner e Kaspar Waldmann, il quale apportò una pala di altare e fece dei dipinti sul soffitto. E’ possibile ammirare anche una farmacia domestica, nonchè gli strumenti di lavoro appartenenti al medico dei contadini: Sebastian Ragginer di Luson. Essi danno un’idea dei metodi di cura praticati nel passato. Nei fabbricati rurali si trovano, tra l’altro, delle officine e degli arnesi per coltivare la terra. Si tratta in definitiva di un percorso che mostra nella giusta luce la vita contadina dei secoli passati, in tutto il suo romanticismo, ma anche nella sua asprezza.
Informazioni: 39031 Brunico/Teodone Ansitz Mair am Hof Herzog-Diet-Strasse 24 Tel. +39 0474 552087
Il museo della Collegiata di San Candido La costruzione è stata fondata nel 769 dal Duca bavarese Tassillo III come Convento dei benedettini è stata trasformata in una Collegiata nel 1140. Terminata nel 1785 dall’imperatore Giuseppe II, nel 1818 essa è stata nuovamente costruita nella sua forma attuale. Oggi è uno degli edifici più antichi di tutta l’Alta Val Pusteria. Nella casa capitolare nelle vicinanze della Collegiata trovano posto musei, archivi e biblioteche. Documenti barocchi relativi alla religiosità del popolo, sculture, atti relativi alla storia della Collegiata, parti del tesoro del duomo, testi con miniature, stampe e calcografie si trovano in queste stanze dedicate ai visitatori. Certamente l’offerta di questo museo rispetto ad altri risulta modesta; esso mostra però in modo impressionante la potenza di questa antica Collegiata del Tirolo. Anche il caseggiato merita di essere visto. La sua sezione orientale risale al decimo secolo, mentre quella occidentale è stata costruita nel 1380. Nel Medioevo il pianoterra fungeva da deposito per la consegna di prodotti naturali da parte dei contadini tributari. Al piano superiore si trovano la sala capitolare con pitture murali, la biblioteca, l’archivio, una stanza con pannellatura rinascimentale ed infine diverse stanze da lavoro.
Informazioni: Casa capitolare vicino alla Collegiata Probs Hans Huber 39038 San Candido Tel. +39 0474 913149
Il museo dell’industria mineraria I musei minerari di Predoi e Cadipietra in valle Aurina appartengono ad un museo minerario superiore con sede a Vipiteno. A Predoi in valle Aurina, la galleria dell’industria mineraria del rame di San Ignazio, è stata trasformata in una galleria per visitatori, la quale può essere percorsa con una strada che passa attraverso la miniera. E’ possibile visitare la zona mineraria attraverso dei percorsi che mostrano il lavoro nella miniera e forniscono nozioni fondamentali dei geologia e di mineralogia. Merita di essere visitata anche l’estrazione di rame e cemento. A Cadipietra in valle Aurina è stata allestita una vasta raccolta di scienze minerarie dell’ex famiglia Enzenberg.
Informazioni: Museo minerario di Predoi e Cadipietra in Valle Aurina 39049 Vipiteno Ansitz Jöchelsthurn Frundsbergstrasse 20
Il museo parrocchiale di Tures Il museo parrocchiale di Tures è stato costruito in una casa destinata un tempo alla raccolta del grano ed infatti la sua porta ad arco risale all’anno 1559. Qui i tributari hanno versato fino all’inizio del diciannovesimo secolo la percentuale di grano dovuta al giudice della signoria di Tures ad ai signori della parrocchia. Successivamente il piano superiore fu destinato a deposito delle opere d’arte, mentre il piano terra serviva come stalla per il bestiame. Infine gli venne attribuita la diversa funzione di museo. Oggi sono qui esposte le opere d’arte provenienti dalle chiese e dalle cappelle di Tures, le quali tuttora vengono parzialmente impiegate nella vita religiosa. L’offerta varia di anno in anno e numerose esposizioni speciali integrano il patrimonio culturale. L’offerta spazia da creazioni dell’età gotica ( es. le tavole di Valpurga del 1350), allestite al piano terreno, ad opere d’arte del nostro tempo, le quali sono allestite al piano superiore. Tra queste ultime ricordiamo: foglio di tesi dell’università di Dillingen con la Madonna di Siboto, il Santo Patrono di Eichstätt ed una veduta della città del 1735, la Croce della Trinità di St. Moritzen (intorno al 1750) etc. Inoltre i visitatori possono ammirare gli arnesi liturgici e gli abiti da Messa dall’età barocca fino ai nostri giorni.
Informazioni: 39032 Campo Tures Parrocchia Nr. 14 Richard Ignaz Rieder Tel. +39 0474 678060
I Parchi Naturali

Il parco naturale di “Fanes-Sennes-Braies”
Le sue straordinarie formazioni naturali hanno da sempre affascinato gli uomini. Qui, nel regno dei monti pallidi, ogni monte partecipa alla leggenda dell’ascesa e della caduta del popolo dei Fanes. Così, un’ originale formazione rocciosa a gradini è chiamata il “Parlamento delle Marmotte”. Qui, secondo la leggenda, questi roditori avrebbero nascosto gli ultimi Fanes sopravvissuti, nelle gole e negli anfratti delle rocce. In questo nascondiglio essi attendono ancora il ritorno del loro regno, che sarà annunciato dal suono argenteo delle trombe, proveniente dal lago di Braies. La perla del parco naturale risale alla grigia antichità. Circa 40.000 anni fa vivevano qui orsi cavernicoli e gatti selvatici grossi come leopardi, le cui ossa si conservano ancora. Ancora oggi il variegato paesaggio fra “Höhlenstein” e la Val Badia offre rifugio a numerose specie di animali, che altrimenti sarebbero minacciati di estinzione. Qui vivono le aquile reali, i lagopodi, i gufi reali, i fagiani di monte e gli urogalli. In questo territorio ghiaioso di 25.680 ettari, speciali spiazzi costituiscono le malghe di Sennes e Fanes, i cui magri e friabili altopiani disegnano un paesaggio lunare. In questo fantastico parco naturale si trova il lago di Braies, nelle cui profonde acque verdi si specchia la Croda del Becco, alta 2810 metri, e Prato Piazza (“Plätzwiese”), un altopiano lievemente ondulato situato nel mezzo di svettanti ripide rocce. Con la sua straordinaria flora ed i suoi laghi alpini questo parco naturale è un ambiente ideale per gite ed in inverno può affascinare ogni appassionato di sci alpinismo.

Parco naturale di Sesto Dolomiti Chi non conosce le Tre Cime di Lavaredo? Esse sono l’emblema del parco naturale grande 11.650 ettari che si trova nei comuni di Dobbiaco, San Candido e Sesto. Qui in Alta Pusteria la natura è particolarmente generosa. Prati ricoperti di larici a Bad Moos, all’inizio della Val Fiscalina, sopra ai quali fioriscono migliaia di fiori: crocchi, genziane, primule, arniche, aquilegie e colchichi. Molto più in alto, nelle fasce detritiche, si possono trovare rododendri, stelle alpine ed auricole che crescono sulle rocce. Il parco è anche un mondo animale che non potrebbe essere più ricco di specie: uccelli canori, caprioli, cervi, tassi, volpi e martore. Al di sopra dei limiti della foresta vivono poi aquile reali e poiane. Le parti più alte delle Dolomiti sono la patria di ermellini, marmotte e camosci. Questo parco naturale è un paesaggio conosciuto non solo per la sua bellezza. Tra il 1915 ed il 1917 questa sezione nord orientale delle Dolomiti è stata teatro di violente e combattute battaglie. Il cimitero di guerra e numerose postazioni si sono conservate sino ad oggi. Va ricordato soprattutto il museo all’aperto di Monte Piano, il quale fornisce numerose memorie della Guerra sulle Dolomiti. Altrettanti residui di guerra sono stati rinvenuti sulla “Via degli Alpini” a Elferkofel, che insieme alla “Via delle Bocchette” nel Gruppo del Brenta, viene considerato il più spettacolare dei sentieri dolomitici.
Il gruppo del Rieserferner Bianchi ghiacciai, fragorose cascate, folti boschi ed estesi pascoli alpini. Il parco naturale di Rieserferner è grande 20.581 ettari e circonda in parte la Val di Tures, Defereggen e la Valle di Anterselva. Qui, sulla cresta principale delle Dolomiti, si trova la zona geologica del vecchio gneiss. A partire dal 1988 il Gruppo di Rieserferner è posto sotto protezione e dunque si capisce come il parco naturale sia ancora relativamente giovane. Molto appariscenti sono qui le numerose cascate impetuose ed i laghi montani. Particolarmente conosciute sono le cascate della Val di Rhein ed il lago di Anterselva. Quest’ultimo si trova ai piedi della fiancata orientale di entrambi i ghiacciai di Hochgall e Wildgall. Il lago di Anterselva è il terzo lago più grande dell’Alto Adige e sicuramente rientra tra i più belli. Il parco naturale di Rieserferner è una delle mete più affascinanti nelle Dolomiti e questo grazie anche agli imponenti ghiacciai di Hochgall e Wildgall, il Dreiherren e la cima di Rör. Punto di partenza per meravigliose passeggiate ed indimenticabili gite in montagna è senza dubbio la Valle di Rein, posta al di sotto del nevato dei ghiacciai. Proprio qui, nelle vicinanze dei ghiacci perenni, lussureggia una flora spettacolare, non così abbandante però, come nelle zone più calde riscaldate dal sole. In questo spettacolare parco naturale vivono poi camosci, marmotte, ermellini, aquile reali e lagopodi. Alla speciale protezione del parco naturale appartengono infine i minerali della Valle Aurina: cristalli di rocca, Sphen, il rutilio e l’apatit.

 

Altri link interessanti
www.altapusteria.net/it/index.htm
www.dolomititour.com/pusteria
www.altabadia.it
http://sanvigilio.org
www.plandecorones.net
www.gitschberg.sudtirol.com
www.dolomititour.com
www.valsenales.it
www.suedtirolerhotels.it
www.camping-altoadige.it
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