Le auto ecologiche, ibride e a idrogeno, saranno la risposta al problema dell’inquinamento atmosferico

Con la chiusura della Conferenza di Parigi sono stati delineati i criteri definitivi per arginare il problema dell’inquinamento atmosferico e il conseguente aumento della temperatura globale. L’impegno che dovranno portare avanti i 195 paesi partecipanti dovrà far fronte a un’importante promessa: ridurre le emissioni di CO2 e frenare così l’incalzare del riscaldamento globale. L’accordo sul clima mira infatti a contenere entro i 2°C l’aumento della temperatura.

Tra le problematiche emerse nel corso dell’incontro, di primaria importanza è risultata quella relativa allo sfruttamento dei combustibili fossili, causa numero uno dell’inquinamento ambientale. In tale contesto le soluzioni adottabili possono essere duplici: da un lato ci si potrebbe impegnare nel ridurre le quantità di petrolio utilizzato, ottimizzando l’efficienza termica. In secondo luogo è possibile intervenire diversificando le risorse energetiche. Non solo i governi, quindi, ma anche le stesse Case automobilistiche dovranno in primis impegnarsi a promuovere iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale causato dai veicoli, sempre più numerosi.

Anticipando di qualche mese l’incontro di Parigi, Toyota aveva già presentato le sue linee guide per i prossimi 35 anni, volte a ridurre l’impatto ambientale delle auto.
La Casa giapponese, che in termini di brevetti non è seconda a nessuno, si era infatti già impegnata a ridurre le emissioni di CO2 entro il 2050 del 90% rispetto ai dati del 2010, portando avanti con fermezza lo sviluppo delle tecnologie Hybrid e Fuel Cell.
In tal senso Toyota vanta già una vasta gamma auto ecologiche che copre tutti i segmenti del mercato e si prepara a lanciare i suoi nuovi veicoli ibridi: la quarta generazione di Prius è in arrivo nel 2016, con un nuovo sistema in grado di raggiungere un livello di emissioni CO2 fino a 70 g/km, con consumi nel ciclo combinato da 3,0 l/100 km.

In tema di diversificazione energetica, inoltre, Toyota sta sviluppando per Mirai (che in giapponese significa “futuro”) una nuova tecnologia con celle a alimentate a idrogeno: quest’ultimo è il combustibile maggiormente presente in natura e può essere generato da moltissime fonti. Toyota Mirai è già in vendita in molti paesi europei. Sarà forse prossima ad arrivare anche in Italia?
Purtroppo nel nostro paese, in tutte le città esclusa Bolzano, la normativa vieta ancora alle stazioni di servizio di erogare idrogeno a una pressione oltre i 350 BAR, nonostante le vetture in questione garantiscano la totale sicurezza a 700 BAR.

Forse gli obiettivi discussi a Parigi nella Cop21 non sono ancora abbastanza, considerato che molti esperti sostengono che due soli gradi di aumento possono risultare deleterie per numerosissime regioni del mondo. Di certo, dopo un ventennio di proposte respinte, i passi avanti compiuti in questa Conferenza non sono pochi, per lo meno sul piano delle promesse.

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