Opel Astra SW: Test Drive a Exter

Opel Astra SW: Test Drive. Exter (UK)- “Sempre più difficile!” dice il presentatore al circo mentre gli acrobati si accingono a eseguire il triplo salto mortale. Per il giornalista che si occupa di auto (e le prova anche), l’equivalente è guidare in un Paese che cammina a sinistra avendo il volante posto pure a sinistra. E’ il massimo!
Così abbiamo fatto la conoscenza della Opel Astra Station Wagon. Gli indigeni – in questo caso gli inglesi, nel Devon, a sud della Gran Bretagna – sono avvantaggiati non soltanto dall’abitudine, ma anche dal fatto che hanno la posizione di guida sulla destra. Può sembrare un dettaglio, ma provate ad affrontare una curva sinistrorsa stando seduti a sinistra: è cecità totale per alcuni angoscianti secondi.
Test…impegnativo! Avendo affrontato una serie infinita di queste situazioni nel corso del test drive dell’Astra, ci siamo più volte chiesti che senso aveva provare una vettura in queste condizioni. Per buona parte del tempo siamo stati occupati a valutare che cosa poteva esserci dopo la curva (un ciclista ubriaco, una vecchietta con l’artrosi che attraversa, un Tir rovesciato…). Ma c’erano soltanto strade strette e tortuose in questo benedetto Devon? Certo che no! A parte i brevi tratti di autostrada (che fifa i primi chilometri!), nei lunghi rettilinei della brughiera c’era solo un piccolo problema: mucche, pecore e cavalli poco attenti alle norme del codice stradale. Tutto ciò premesso, occupiamoci di questa nuova versione che rappresenta la logica espansione della gamma Astra. Va ricordato che per la Opel le station wagon sono sempre state un punto di forza. Anzi, come è stato sottolineato nel corso della conferenza stampa, la Opel “inventa la Sw nel 1953 e da allora è sempre stata ai vertici di questa categoria”. Senza rinvangare un passato remoto, vediamo che nei recenti Anni 90 l’Astra Sw “è stata, fino al lancio della sorella Zafira, la SW compatta più venduta in Europa (1993-1999) e non solo fra le compatte, ma anche in assoluto tra le station wagon”.
Cocktail di successo Insomma, un successo se si considerano i 2,4 milioni di unità vendute in Europa, di cui più di mezzo milione immatricolate in Italia. La Opel è fiduciosa che il favore degli automobilisti italiani rimarrà elevato, prevedendo di vendere 25 mila Sw nell’arco dell’anno pieno, su un totale di 50 mila Astra. Disponibile da metà novembre (ma è in prevendita dallo scorso luglio), entro la fine del 2004 dovrebbero essere consegnate circa 3 mila. Ma la Astra Story non si fermerà qui. E’ già in produzione (sarà nei saloni dei concessionari dalla prossima primavera) l’Astra Gtc, una sportiva 3 porte, mentre è in avanzata fase di studio una cabrio-coupé.
Buoni i numeri Trattandosi di una Station wagon, quel che più interessa di questa nuova Astra è evidentemente la volumetria interna e uno sviluppo regolare del bagagliaio allo scopo di rendere agevoli le operazioni di carico/scarico. I valori sono buoni: da 500 a 1.590 litri con i sedili posteriori abbattuti. Comoda per l’agibilità la soglia di carico, non troppo alta da terra (poco meno di 60 cm). La lunghezza utile va da 1 metro e 12 cm con i sedili posteriori occupati a 2,70 con il sedile del passeggero anteriore ripiegato in avanti (optional). Il vano bagagli non deve essere però soltanto capace. Bisogna che abbia una buona flessibilità.
Spazio sì, ma flessibile Le station wagon, lo ricordiamo, hanno cambiato – nel corso dell’ultimo decennio – il modo di essere percepite dal pubblico. Un tempo considerate soltanto strumento di lavoro (e anche per questo profondamente avversate dal pubblico femminile), ora si trovano a svolgere più funzioni (tempo libero, per esempio). Il bagagliaio, sedili compresi, si deve poter “allestire” quindi a seconda delle esigenze che di volta in volta si presentano. Perciò, divano posteriore scorrevole (versione Enjoy), rete ferma-oggetti sul pavimento fissata a 4 robusti anelli che svolgono altre funzioni, portaoggetti sui fianchi del vano bagagli e, fiore all’occhiello della Opel, il FlexOrganizer. Si tratta di un sistema di divisori, configurabili a seconda della necessità, grazie alla presenza di due binari.
Pesante a chi? La presenza di un bagagliaio così capace sottintende naturalmente alcuni cambiamenti estetici nella vettura rispetto alla berlina. Cambiamenti che, come le ciambelle, non sempre riescono col buco.
Nel caso dell’Astra, dobbiamo dire che la leggera curvatura a scendere del tetto verso la coda ha un po’ attutito la “pesantezza” – presente in alcune concorrenti – della vettura familiare. Certo, la taglia dell’Astra è robusta già nella berlina, per cui un grande portellone in coda non può certo migliorare le cose. Ma nemmeno peggiorarle, secondo noi, grazie a una superficie vetrata che prende poco più di 1/3 dello spazio e alla fascia cromata che raccorda i gruppi ottici non troppo grandi.

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