Moto e Scooter: cosa cambia nel 2016 con l’Euro4

La normativa Euro4 entra in vigore il 1 gennaio 2016, cambiando la vita alle due ruote. Le novità sono molte, vediamo insieme i pregi ed i difetti di questo cambiamento. Bisognerà dire addio ai motori raffreddati ad aria, ai carburatori, agli odori dei gas di scarico ed ai rumori delle marmitte. Al loro posto, arrivano sistemi di sicurezza all’avanguardia e consumi ridotti.

Per i costruttori è un’arma a doppio taglio: da una parte il mercato del nuovo dovrebbe salire, dall’altra i costi di sviluppo per nuovi propulsori sono molto alti. Difficile sapere se la corsa alle omologazioni può davvero portare un miglioramento, il recente scandalo Volkswagen è solo un campanello d’allarme. 

La casa non può far fronte a parametri rigidi e tenta di svicolare.  C’è poi il settore aftermarket che, dopo questa nuova normativa, deve aver fatto i salti di gioia. Pensiamo alla nuova Ducati Panigale 959 -ma non è l’unica- che si presenta con un doppio terminale molto voluminoso per mantenere bassi i livelli d’inquinamento. Chi la comprerà farà quasi di certo uno sforzo aggiuntivo per un terminale Akrapovic che riporti in ordine le cose. E probabilmente, con una centralina dedicata, i consumi salirebbero solo di poco. 
 
Se entro il 2017 le moto a listino si dovranno adattare, per il 2020 è stato annunciato l’aggiornamento ad Euro5 e si ricomincerà da capo. Almeno l’Euro 3 è rimasto in auge per 10 anni. 
In ogni caso, ecco tutte le novità della normativa Euro4: 
 
Per cominciare, tutti i nuovi modelli da immatricolare dovranno essere provvisti di ABS, fatta eccezione per gli scooter fino a 125cc per i quali viene usato il c-ABS, ovvero il sistema di frenata combinata. 
Altro punto cardine è la riduzione drastica di inquinamento, sia atmosferico che sonoro, che come detto sopra porterà a terminali più voluminosi riducendo così i consumi.

Molto interessante, invece, è il test di durabilità per moto e scooter: negli ultimi anni il mercato –specie quello asiatico- ha introdotto scooter capaci di consumare pochissimo, ma solo per un certo numero di chilometri. Esaurita la soglia di chilometri “buoni”, il mezzo comincia a consumare molto ed a performare poco. 


A seconda della cubatura e dell’anno di produzione, i test di durabilità hanno scaglioni diversi:

Ciclomotori (Patente AM)

Euro 3 – in vigore dal 2014. Nessun test di durabilità.
Euro 4 – in vigore dal 2017. Test di durabilità a 11.000 km
Euro 5 – in vigore dal 2020. Test di durabilità a 11.000 km

125cc (Patenti A1 e B)
Euro 4 – in vigore dal 2016 – Test di durabilità a 20.000 km
Euro 5 – in vigore dal 2020 – Test di durabilità a 20.000 km

Motocicli  (Patenti A2 ed A3)
Euro 4 – in vigore dal 2016 – Test di durabilità a 35.000 km
Euro 5 – in vigore dal 2020 – Test di durabilità a 35.000 km

Per finire,
le moto dovranno adattarsi all’adozione di sistemi elettronici simili in tutto e per tutto a quelli delle auto, in modo da rendere gli intervalli di manutenzione più regolari ed accessibili a meccanici non specializzati. Certo è che, come diceva il vecchio meccanico, quello che non c’è di sicuro non si rompe.

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