Nuovo codice della strada: con il 125 in autostrada

Se il buon giorno si vede dal mattino allora il nuovo codice della strada nasce sotto buoni auspici… ma a frenare gli entusiasmi ci pensa il fatto che prima del 2016 l’iter legislativo non sarà terminato e, inoltre, occorre sperare che non intervengano modifiche strada facendo… ma torniamo alla buona notizia. 
Finalmente il lavoro di ANCMA sta cominciando a dare i suoi frutti, e all’interno del testo unificato della legge delega che riformerà il codice della strada ci sono diverse notizie interessanti per i motociclisti e per la loro sicurezza. A esprimere soddisfazione è soprattutto il presidente di ANCMA Corrado Capelli: “L’approvazione del testo che contiene le richieste di Confindustria ANCMA è la testimonianza del dialogo costante e concreto che l’Associazione ha con gli organi deputati a legiferare. “Lavoriamo quotidianamente sul fronte della sicurezza stradale considerandolo uno dei temi principali sui quali puntare e sul quale sensibilizzare il Governo e l’opinione pubblica“. 
Per la prima volta gli utilizzatori di moto e ciclomotori vengono riconosciuti come “utenti vulnerabili” e questo porta conseguenze importanti non solo dal punto di vista “culturale” visto che si declina in una serie di interventi volti a garantire maggiore sicurezza come la limitazione a bordo strada di ostacoli fissi artificiali come pali per la segnaletica stradale e guardrail e, ancora più interessante, l’incarico al Ministero dei Trasporti di predisporre linee guida per gli enti proprietari delle strade, che definiscano criteri di progettazione e costruzione di infrastrutture stradali sicure per gli utilizzatori di veicoli a due ruote. 
Molto interessante dal punto di vista dell’utilizzatore finale (e delle case) il provvedimento che sancisce la possibilità di accesso alle autostrade e tangenziali per mezzi di 125 cc di cilindrata condotti da un maggiorenne. Considerando che i 125 sono gli unici mezzi che possono essere guidati con la patente B e che l’Italia era l’unico Paese europeo ad avere questa norma (costringendo di fatto i costruttori a realizzare scooter da 150 cc esclusivamente per l’Italia). 
Per finire viene introdotto il principio che le corsie riservate ai mezzi pubblici potranno in futuro essere percorse anche da biciclette e motocicli; misura già in vigore in alcune città (e in alcuni casi ma non tutti) come Milano ma che certamente è destinata ad accrescere la sicurezza degli utenti delle due ruote separandoli dal traffico ordinario.

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