Suzuki SV 1000S: Test Drive

Suzuki SV 1000S: Test Drive. Dopo aver chiuso nel cassetto dei ricordi la bellissima TL1000S, Suzuki rimescola le carte nella categoria sport/touring, mettendo al servizio della rinnovata linea SV, la potenza e la coppia, seppur addolcita, dell’eccezionale bicilindrico 1000cc a V di 90°.
Due le versioni disponibili: naked, completamente scarenata ed “attrezzata” di manubrio alto e largo, ed “S”, quella da noi avuta in prova tra i cordoli di Adria, dotata di cupolino, semimanubri ed un aggressivo puntale in tinta a protezione del radiatore dell’olio.
In sella è facile Seguendo la filosofia lanciata con la prima serie di SV650, anche la nuova 1000 è una moto impostata per farsi pilotare con grande semplicità. Nonostante la cilindrata e la potenza decisamente elevata, la SV1000 già dopo pochi metri dà la sensazione di essere stata la nostra compagna d’avventura per anni, perché ci si sente coccolati da una posizione di guida “umana”, una protezione aerodinamica eccellente ed il piacere del rombo cupo e sornione del propulsore, che della parola irregolarità sembra non conoscerne il significato.
Sospensioni stradali ma telaio “da pista” La taratura delle sospensioni, piuttosto morbida, si sposa alla perfezione con la rigidità del telaio, che in alcuni tratti ricorda la gloriosa “L” delle GSX-R dei primi anni ’90. Una condizione ideale per garantire sicurezza in caso d’emergenza, comodità nella marcia in coppia ed alti livelli di stabilità, dimostrando, anche nella guida al limite, un notevole rispetto della traiettoria impostata, nonostante qualche lieve ondeggiamento del monoammortizzatore posteriore risolvibile, in pochi secondi, agendo sulla regolazione del “ritorno”.
Decisamente valida, anche nell’uso in pista, la forcella anteriore, che ha dimostrato di possedere ottime doti di scorrevolezza ed una regolazione di base eccellente. Nonostante la taratura stradale, nel toboga di Adria è difficile arrivare a fondocorsa, consentendo di entrare in curva a dischi ancora pinzati ed evitando fastidiosi effetti di “autoraddrizzamento”.
Frenata moderata Anche l’impianto frenante, come il resto della ciclistica, dimostra una facilità d’utilizzo a dir poco sconcertante, anche se in termini di pura potenza non è, certamente per scelta Suzuki, a livello delle migliori supersport, che offrono, di contro, impianti generosi ma da gestire con malizia ed un pizzico d’esperienza.
Una forza della natura Tessere lodi al motore è facile e quasi scontato. Una vera e propria forza della natura, anche se addolcito rispetto all’antenata TL1000, in grado di riprendere con grande vigore sin dai 2000 giri/min per poi spingere, senza sussulti, fino a quota 11.000. Davvero sorprendente, anche perché l’erogazione è talmente fluida e lineare che, in alcuni momenti, sembra di essere a bordo di un immaginario “tappeto volante” piuttosto che su una moto dotata di 120 puledri!
A rimettere a posto tutto, comunque, ci pensa il contakilometri digitale, abbinato ad un contagiri analogico decisamente ben fatto e leggibile, che indica, alla staccata del rettifilo principale di Adria, una velocità di punta praticamente identica a quelle delle “ululanti” quattro cilindri supersportive over 750cc.
Tallone d’Achille dei grossi propulsori bicilindrici, solitamente, è la staccata, perché la forte compressione dei due “pomponi” porta solitamente a fastidiosi bloccaggi della ruota posteriore. In questo caso non è così: anche nelle staccate più violente l’SV1000S rimane assolutamente neutra grazie, evidentemente, all’ottima taratura del sistema di limitazione di coppia che agisce sulla frizione.
Analizziamola da vicino L’innovativa struttura del telaio reticolare in lega di alluminio si avvale di quattro componenti principali, saldati tra loro ed al cannotto di sterzo. Anche il forcellone è in struttura d’alluminio ed assicura la necessaria rigidità alle sollecitazioni.
Tutti i componenti portanti del telaio sono realizzati in pressofusione, che di fatto elimina il rischio di avere delle soffiature all’interno dello stampo, per cui la compattezza e la rigidità dell’insieme ne risulta rafforzata.

Ciclistica raffinata La forcella con steli da 46 mm ha la regolazione del precarico molla e lo smorzamento idraulico sia in estensione che in compressione, ed offre un’escursione della ruota di ben 120 mm.
Il forcellone posteriore, lavora in abbinamento ad un leveraggio progressivo e ad un monoammortizzatore dotato di regolazione del precarico molla e regolazione idraulica sia in estensione che in compressione e consente un’escursione della ruota posteriore di 130mm.
I cerchi sono in lega d’alluminio da 3,50 x 17″ l’anteriore e da 5,50 x 17″ il posteriore, ed ospitano pneumatici radiali di dimensioni tradizionali, ovvero 120/70 e 180/55.
Le pinze freno anteriori sono a 4 pistoncini contrapposti ed agiscono su due dischi flottanti di 310 mm, mentre una pinza a due pistoni è abbinata al disco da 220mm posteriore.
In entrambe le versioni, concorrono ad ottimizzare il comfort di guida studi accurati del posizionamento delle pedane e la ridotta altezza della sella (810mm da terra).
L’equipaggiamento di serie comprende un comodo maniglione per il passeggero, i ganci di fissaggio per il bagaglio ed un vano di carico sottosella abbastanza capiente da contenere il dispositivo di bloccaggio ad U.
Bello ed innovativo il gruppo ottico posteriore a LED, che offre un design a strisce verticali che ben si accorda con la linea affusolata della coda.
Un quadro strumenti leggibile e ben fatto Tutte le nuove SV, 650 e 1000, dispongono di un moderno quadro strumenti, che comprende contagiri analogico, posizionato sopra il tachimetro digitale con display a cristalli liquidi, il doppio contachilometri parziale, l’indicatore della temperatura del liquido di raffreddamento ed un comodo orologio digitale.
Un bicilindrico da sogno Il motore della SV1000 è un bicilindrico 996cc, a V di 90°, raffreddato a liquido, messo a punto per un’erogazione di potenza pronta a tutti i regimi, grazie all’eccezionale valore di coppia.
Oltre alle testate a quattro valvole, bialbero, con punterie a bicchierino, ed il raffinato sistema di iniezione elettronica SDTV, le chicche di questo propulsore sono da ricercare nei pistoni forgiati in lega di alluminio, che riducono il peso delle masse in movimento, i cilindri in lega di alluminio rivestiti internamente da composto di carburo al nichel-fosforo-silicio, denominato S.C.E.M. (Suzuki Composite Electrochemical Material) che garantisce una maggior durata, leggerezza e ottimizza l’ossidazione del calore.
Scendendo nei particolari, le testate hanno ciascuna due valvole di aspirazione di 36 mm e due valvole di scarico di 33 mm, angolate di 29° e controllate ognuna da una singola molla. La camera di combustione è particolarmente compatta e permette un rapporto di compressione di 11,3:1. Il sistema di distribuzione è misto catena/ingranaggi, due catene corte trasmettono il movimento dall’albero motore agli ingranaggi della distribuzione. Questo permette tra l’altro di utilizzare degli ingranaggi alberi con un diametro minore rispetto agli ingranaggi convenzionali, con conseguente minor peso e minor altezza dei gruppi termici. L’esclusiva soluzione di disassare di 10 mm gli assi a camme di ogni cilindro, ha permesso una ulteriore riduzione delle dimensioni globali del motore ed un conseguente minor interasse tra le due ruote.
Il cambio a 6 velocità utilizza due alberi che lavorano su piani sfalsati anzichè allineati orizzontalmente.
Il sistema di limitazione di coppia agisce sulla frizione, riduce la pressione sui dischi in fase di decelerazione, evitando il bloccaggio della ruota posteriore in scalata. I dischi frizione sono da 149 mm di diametro e un nuovo sistema di innesto della frizione contribuisce a renderne più leggero l’azionamento. Il nuovo sistema di sfiato olio lamellare alloggiato all’interno del carter motore permette un’efficace decantazione dei vapori malgrado le ridotte dimensioni del dispositivo.
Prezzo invitante SV ed SV/S sono disponibili presso le concessionarie Suzuki ad un prezzo decisamente conveniente, visti i soli 8970 euro della versione scarenata ed i 10.150 della versione “carenata”, protagonista della nostra prova. Per quanto riguarda le tinte, SV è disponibile esclusivamente in un elegante nero, mentre SV/S viene offerta in un elegante abito color argento o un più sportivo blu elettrico.
In questa prova: – Guanti Alpinestars GP Pro – Stivali Alpinestars Supertech – Tuta divisibile Spyke Sintesi – Casco Arai NR-3

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