Nissan Micra, in viaggio da 35 anni: 5 generazioni a confronto

Quest’anno Nissan Micra ha compiuto un salto generazionale di inequivocabile spessore. Giunta alla sua quinta serie infatti, guadagna diversi punti grazie ad una linea sportiva e a dimensioni più generose. Un cambio di rotta secco, pensato per andare incontro ad una clientela sempre più esigente che sente il bisogno di trovare un mezzo all’altezza delle occasioni più disparate. Se nelle edizioni precedenti la Micra ha anticipato il concetto di citycar, ora l’obiettivo è quello di offrire una vettura capace di affrontare la vita di famiglia come prima auto.
Lo IED -Istituto Europeo Designò- di Torino, insieme al docente Davide Tealdi, ha ripercorso la storia del modello dalla sua prima serie per cercare di capire come si siano evolute le richieste degli automobilisti.

Evoluzione della specie


Era il 1982 quando sul mercato europeo venne lanciata la prima Nissan Micra: un nome che non lascia scampo ad interpretazioni. Micra punta al pubblico con un prezzo competitivo e un design squadrato, il quale ha l’intento ultimo di premiare la funzionalità. In termini di linee la cosa si traduce in una visibilità mai in discussione. L’auto è semplice da parcheggiare e non è mai impegnativa nella guida, motivi che suscitano subito un certo interesse nel pubblico femminile.

Nel 1992 arriva poi la seconda serie che punta più che altro a distinguersi dalla massa. Le linee adesso sono più morbide e tonde, capaci di interpretare piuttosto bene quelli che saranno gli anni Novanta dell’automotive. Ad ogni modo si tratta di un’evoluzione rispetto al modello precedente, perché il passaggio più evidente si è visto nel 2003.

Nell’anno della terza generazione, la Micra acquista linee completamente tondeggianti -dal cofano ai montanti, finendo ovviamente col portellone posteriore- che staccano bruscamente col passato e vanno ad interpretare i pensieri di diversi studi legati alla psicologia e alle forme. L’uomo che ricerca sicurezza e un ambiente familiare andrà a preferire inconsciamente una vettura tondeggiante, che in qualche modo -sempre a detta di studi di settore- ricorderà la figura materna. Nissan però non ha dovuto rincorrere il fenomeno, riuscendo ad intercettare con una certa tempestività le nuove tendenze.

Nel 2011 arrivò la quarta serie che, almeno per quanto riguarda le linee, fu un’evoluzione del modello precedente. Una continuità che in qualche modo è riuscita a colpire nel segno. In questo caso la produzione torna a battere la strada del pratico, soluzione piuttosto condivisibile mentre l’Europa viaggia in piena crisi economica. Che è, piaccia o no, uno dei motivi per cui quest’ultima serie ha avuto grandi consensi. Dovendo scegliere una vettura dalle dimensioni raccolte e relativamente economica, la qualità ed il conoscimento del marchio hanno giocato un ruolo fondamentale nell’acquisto.

Arriviamo così a questo 2017 con una Nissan Micra che si stravolge per la terza volta consecutiva, andando ad indovinare le nuove tendenze sul mercato. È per questo, infondo, che la macchina si presenta con finiture di colori diversi, linee sportive e materiali morbidi al tatto. In quest’ultima versione (che abbiamo provato, qui il test) Nissan si impone positivamente in un mercato sempre più competitivo, dove connettività e personalizzazione giocano un ruolo determinante nel successo di un prodotto commerciale che, in fin dei conti, oggi deve seguire una sola regola: essere il più bello possibile.

Che l’operazione sia riuscita o no ce lo dirà soltanto il tempo, ma difficilmente il marchio del Sol Levante ha mancato il suo bersaglio. Vedere la quinta Nissan Micra e rapportarla alla prima fa uno strano effetto. Un po’ come andare a quella cena con vecchi compagni di scuola e constatare, nostro malgrado, che quella ragazza sfuggente è invecchia meglio di noi, del vino e delle vecchie glorie del liceo.

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