Seat Leon: Test Drive

Per quanto riguarda la dotazione, invece, spicca l’ormai consueta “valanga” di dispositivi per la sicurezza attiva e passiva: ABS, il controllo della trazione TCS, ESP, ESP e sei airbag (due frontali, due laterali anteriori e due a tendina per la testa) che a richiesta possono diventare otto con i laterali posteriori). Infine, particolare attenzione è stata posta anche alla protezione dei pedoni. Quattro gli allestimenti previsti: Reference, Stylance, Sport e Sport-up.
Come va Sportiva al punto giusto fuori, Leon è accogliente dentro con un’abitacolo che ricorda una monovolume. Le motivazioni? Semplicissime: ampie superfici vetrate, parabrezza molto inclinato, lunotto pressoché verticale, ed un piccolo puntone di spinta -all’altezza della plancia – che sembra quasi voler contribuire al progetto “rigidità” assegnato al generoso montante anteriore.
Come da tradizione VW gli interni denotano una minuziosa cura per il dettaglio e per i materiali. Lo stile, piuttosto moderno ed ergonomicamente “driver-oriented” è ben infarcito da pulsanti, comandi e rivestimenti che danno subito un’idea di grande concretezza, confermata poi anche dalla sensazione tattile.
Ma è ora di mettere in moto la nostra 2.0 TDI. Si tratta di un propulsore già noto al grande pubblico perché in dotazione alla totalità della gamma “media” del Gruppo VW. Quattro cilindri piuttosto generosi e che danno il meglio si se stessi una volta oltrepassati i fatidici 2.000 giri/min. Più sotto l’elasticità non è certamente da prendere come riferimento ma ci si muove comunque di buon passo e, se ci fosse bisogno di una dose di sprint, è sufficiente agire sull’eccezionale cambio DSG.

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