Mercedes nuova Classe S: Test Drive

Mercedes nuova Classe S: Test Drive. Saint Moritz – Se mai vi capitasse di fare un viaggio di qualche centinaio di chilometri comodamente seduti nella migliore poltrona del vostro salotto, con mani sapienti e instancabili che vi massaggiano la schiena, appena distratti dal paesaggio circostante che fugge via veloce, potrebbe essere che vi troviate accomodati dentro una super car. Magari una Mercedes Classe S di ultima generazione, come quella Infomotori.com ha testato da Milano a Saint Moritz e ritorno.
Di nuovo possente L’anteprima mondiale dell’ammiraglia della stella a tre punte aveva rivelato un’estetica di nuovo cambiata rispetto al precedente modello, quello per intenderci che sembrava aver tagliato i ponti con la corazzata da guerra che a sua volta lo precedeva. Così dalla penultima Mercedes Classe S, filante e alleggerita, le matite di Stoccarda sono tornate a tracciare una silouette possente, caratterizzata soprattutto da passaruota e parafanghi molto marcati e muscolosi. Anche il frontale dell’ultima Mercedes Classe S riacquista forza, con fanaleria imponente e una presa d’aria inferiore che sembra voler prendere a morsi da un momento all’altro chi si mette di fronte a questo panzer lungo cinque metri e 76 millimetri (ma che arriva a cinque metri e venti centimetri nella versione allungata). All’insegna del motto “salire a bordo e starci bene”, i designers tedeschi hanno così allungato ma anche allargato ed alzato l’ultima Mercedes Classe S, che ora richiama senza troppi mezzi termini la Maybach senza però arrivare ai suoi eccessi (e ai suoi prezzi), oltre che nel profilo (soprattutto posteriore) anche nei contenuti: i vertici di Stoccarda assicurano infatti che questa è la S più silenziosa di sempre, ma anche la più piacevole da guidare, grazie per esempio al sistema elettronico denominato Active Body Control che riduce i movimenti del corpo vettura durante la marcia di più del 60 per cento rispetto al modello precedente.
Potenza filtrata Dai dati su carta alla prova concreta di guida il passo è stato inevitabile, visto che c’erano da saggiare propulsori notevoli, a cominciare dal 5,5 litri benzina otto cilindri da 388 cavalli e coppia da trattore da 530 Nm, passando dal 3,5 litri da 272 cavalli con 350 Nm di coppia, al mastodontico 6 litri dodici cilindri da 517 cavalli, che esprime l’inquietante valore di 830 Nm, in attesa del propulsore a gasolio, atteso nel 2006, quello che sul mercato italiano potrebbe fare la differenza, il 320 Cdi da 235 cavalli e 530 Newtonmetri (tutti euro 4).
Una cavalcata al volante della 350, giusto per gradire, e capire che 272 cavalli non possono trasformare un panzer (anche se bello) in un fulmine di guerra, e che le comodità a bordo fanno dimenticare una cilindrata e una potenza appena adeguate alla mole di un’auto da due tonnellate, poi il test ha spiegato cosa significhi viaggiare trascinati via prima dall’otto cilindri cinquemilacinque da 388 cavalli e poi dal seimila dodici cilindri da 517 cavalli. Nel primo la potenza esuberante viene comunque filtrata da un cambio automatico molto “soft”, anche in modalità sportiva. Premendo l’acceleratore a fondo, un breve stridore di pneumatici dà l’idea di quanto anche l’elettronica faccia fatica a tenere a bada l’elevata coppia, ma poi tutto intorno è solo silenzio e andatura sul velluto: si viaggia comunque su un berlinone che prima di tutto deve essere ultra comodo, e non si sogna nemmeno di mostrare cattiveria in accelerazione.

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